La vicenda della chiusura dello stabilimento Wärtsilä di di Bagnoli della Val Rosandra, alle porte di Trieste, è uscita da un ambito puramente industriale per coinvolgere anche il porto giuliano. È avvenuta dopo che i portuali hanno deciso il 27 agosto di non caricare sulla nave Uhl Fusion dodici motori destinati alla Daewoo, in Corea del Sud, per solidarietà con i 451 lavoratori di Wärtsilä che dovranno perdere il lavoro. A questo sciopero a oltranza aderiscono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl. Per imbarcare comunque i motori, l’armatore di Uhl Fusion ha chiesto all’Autorità portuale di poterlo fare in autoproduzione – ossia usando i marittimi della nave stessa - in un’altra banchina posta lungo il canale navigabile. È in corso la valutazione se è possibile, dal punto di vista tecnico e normativo, attuare questa procedura.
Tale verifica va fatta dall’Autorità portuale e richiede il controllo delle attrezzature di carico della nave, della possibilità della banchina all’attracco della nave e delle competenze dei marittimi a compiere queste operazioni. Intanto i lavoratori di Wärtsilä hanno scritto all’equipaggio della nave, spiegando loro i motivi dello sciopero e chiedendo la loro solidarietà. Il 3 settembre è prevista una manifestazione a Trieste.