Questa volta i narcos hanno agito di sponda e invece d'inviare il container della droga imbarcato in Sud America direttamente in un porto italiano, lo hanno fatto scalare ad Algeciras, dove è stato trasbordato per Livorno (invece di Gioia Tauro, che ormai è sotto stretto controllo della Finanza). Il viaggio del container è stato tortuoso e in teoria doveva seguire un'altra rotta. È stato caricato nell'impianto di una società che produce caffè in Honduras e imbarcato nel porto honduregno di Puerto Cortes per Moin, in Costa Rica per partire verso la Spagna, dove avrebbe dovuto essere inoltrato via strada per Madrid. In realtà, il container è apparso a Livorno, dopo un trasbordo ad Algeciras.
La Guardia di Finanza ha tenuto sotto controllo la portacontainer ancora prima che entrasse nel porto di Livorno, per evitare che i ventitré borsoni che contenevano 582 panetti di cocaina venissero trasferiti in mare dalla portacontainer di bandiera portoghese a un'imbarcazione dei narcos. Ciò non è avvenuto e quando la nave è approdata, i Finanzieri sono saliti, ispezionando i container e trovando in quello carico di caffè la spedizione di droga. La sostanza sequestrata ha un valore sulla piazza di 130 milioni di euro e questo è uno dei più importanti sequestri in un porto italiano e quello più consistente a Livorno nell'ultimo decennio, dove nel 2016 sono stati trovati complessivamente 253 chili e nel 2018 altri 308 chili.
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