L'operazione XP è coordinata dal pubblico ministero di Milano Paolo Filippini e coinvolge due società e cinque persone indagate, che secondo gli inquirenti hanno attuato una frode carosello sull'Iva nel commercio di carburanti. La base della frode era una società milanese che ha una filiale operativa a Genova e che importava regolarmente carburante dalla Libia con navi di un armatore maltese (già arrestato nell'ottobre 2017 nell'operazione Dirty Oil). Ma nella distribuzione in Italia, la società usava società "cartiere" con false fatturazioni mentre di fatto cedeva in nero il carburante a despotici commerciali e distributori stradali, che così non pagavano l'Iva e potevano praticare prezzi più bassi dei concorrenti. Siccome le società di facciata non versavano l'Iva, l'imposta non veniva mai versata dall'intera filiera. I Finanzieri hanno rilevato che dal 2016 al 2017 l'organizzazione ha importato in Italia oltre 350 milioni di litri di carburante tramite trenta viaggi svolti da navi cisterna. Questo carburante ha prodotto fatture false per 308 milioni, con un'evasione dell'Iva di oltre 55 milioni.
Al termine dell'inchiesta, cinque persone sono state denunciate per utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, distruzione ed occultamento di
documentazione contabile e autoriciclaggio. Inoltre, i Finanzieri hanno sequestrato 29 milioni di litri di benzina e gasolio, per un valore di 44 milioni, immobili, autoveicoli e 1,3 milioni in conti correnti.
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