La protesta della Pietro Chiesta riguarda la vicenda di ventinove portuali chiamati "carbonin", ossia quelli che movimentavano il carbone al Terminal Rinfuse per la centrale Enel. L'impianto è stato chiuso, quindi questi portuali rischiano di perdere il lavoro. Una soluzione potrebbe essere l'assunzione di alcuni di loro negli altri terminal e l'ingresso degli altri nella Compagnia Unica. I lavoratori stanno presidiando i varchi portuali, creano intasamenti al traffico anche in città fino all'autostrada A7 e per ora i lavoratori hanno annunciato uno sciopero a oltranza.
Intanto giungono altre dichiarazioni sull'incidente mortale avvenuto al terminal VTE, dove un autista è stato investito da un collega. I sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti affermano in una nota unitaria che "non è più tollerabile la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, in modo particolare nelle aree, come porti e interporti, dove si svolgono attività produttive complesse in cui insistono una pluralità di lavoratori". E per affrontare la questione "è urgente e necessario che le istituzioni completino la normativa di riferimento per i porti, con particolare attenzione ai rischi da interferenza e che il sistema delle imprese investa nella cultura della sicurezza e della prevenzione, per far cessare questa vera e propria strage di persone che vanno al lavoro.
Sul versante imprenditoriale, il responsabile della Liguria, Angelo Lattanzi, dichiara che "questa tragedia non è la prima volta che accade all'interno o nelle immediate adiacenze di questo terminal e così come in altri terminal dei porti Italiani in questi ultimi anni. Il problema della sicurezza della circolazione dei camion nei terminal portuali c'è ed è evidente, e troppo spesso reso ancor più pesante dalle snervanti e stressanti attese a cui sono sottoposti i conducenti dei camion, costretti ad attendere per ore e ore prima di accedere alle operazioni di carico e scarico dei container".
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