Il Tribunale di Milano concede altro tempo per sciogliere il nodo della Tirrenia, che resta sull’orlo del fallimento almeno fino al 24 maggio 2021. I giudici milanesi hanno infatti rinviato a quella data l’udienza sulla richiesta di fallimento della Cin presentata dal pubblico ministero Roberto Fontana, con lo scopo di lasciare tempo per la ristrutturazione del debito. Durante l’udienza del 6 maggio, gli avvocati della Cin hanno annunciato che senza un accordo con i creditori chiederanno lo stato d’insolvenza, aprendo così la procedura dell’amministrazione straordinaria.
Nello stesso pomeriggio del 6 maggio si è svolto un incontro al ministero per lo Sviluppo Economico, che sembra allontanare l’ipotesi di un accordo tra il Gruppo Onorato, che controlla Cin, e i commissari straordinari della Tirrenia in Amministrazione Straordinaria, che chiedono il pagamento dei 180 milioni dovuti da Cin per la privatizzazione di Tirrenia.
Nella riunione, il ministero ha autorizzato la stipula dell'accordo di ristrutturazione di Cin sottoposto dai commissari straordinari al Comitato di Sorveglianza. Una proposta che però è stata respinta da Cin che ha un proprio testo, che però secondo i commissari contiene “clausole inaccettabili”. I commissari in una nota si riservano anche "ogni azione avverso dichiarazioni o comportamenti diffamatori o comunque non rispettosi della correttezza del proprio operato".
La Cin vuole coinvolgere il Governo spingendolo a usare il Golden Power, che è consentito nel trasporto marittimo. In una lettera, la compagnia ricorda che il suo piano di ristrutturazione non prevede “l'utilizzazione di denaro pubblico attraverso l'intervento del Patrimonio Destinato" e che il mancato accordo e la conseguenza insolvenza potrebbe causare un “grave pregiudizio” per seimila lavoratori, ma anche “gravi impatti sul servizio di continuità territoriale con Sardegna e Sicilia, nonché inevitabili conseguenze sugli operatori economici delle isole oltre che sugli autotrasportatori e sul relativo indotto".
Ma il Gruppo Onorato non deve affrontare solo i commissari straordinari, perché la concorrente Grimaldi, secondo quanto riferisce Milano Finanza, vuole chiedere un risarcimento di 100 milioni nei confronti di Moby, l’altra compagnia controllata dal Gruppo. La richiesta si basa sulla conferma da parte del Consiglio di Stato sulla violazione delle norme della concorrenza rilavata nel 2018 dall’Antitrust sulle rotte per la Sardegna.
Questi sviluppi stanno allarmando i sindacati, che temono esiti negati per l’occupazione. La sigla autonoma Federam-Cisal ha annunciato uno sciopero nei prossimi giorni, senza ancora precisare una data, di tutto il personale di Tirrenia, affermando che “è inammissibile mettere a rischio 6mila posti di lavoro e il futuro di altrettante famiglie".