La decisione del Consiglio di Stato sulla concessione per il terminal multipurpose del porto di Genova – che secondo i giudici sarebbe stata usata in modo illegittimo dal Gruppo Spinelli – potrebbe aprire la strada per la sua riassegnazione. Il condizionale è necessario perché ci sono due variabili ancora in gioco. La prima è l’esito del ricorso in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato, annunciato da Spinelli e il secondo è la decisione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale sul destino del terminal. Potrebbe infatti continuare a consideralo multipurpose oppure trasformarlo in impianto solo per container.
Intanto la prospettiva di conquistare nuovi preziosi spazi nello scalo ligure, aperta dalla possibilità della revoca della concessione a Spinelli, raccoglie l’attenzione di altri operatori sul Genoa Port Terminal di Ponte Etiopia. Un primo passo viene da Grimaldi. Lo ha compiuto Emanuele Grimaldi in con un’intervista al quotidiano Secolo XIX durante l’assemblea di Confitarma, affermando che la società sta analizzando la possibilità legale di rilevare la concessione. È una mossa che non sorprende perché Grimaldi risponde ai requisiti della concessione multipurpose.
Grimaldi ha dichiarato che nel caso di un subentro manterrebbe l’attuale personale del terminal, anzi la sua tipologia di traffico (ro-ro) potrebbe richiedere un aumento dei lavoratori. Egli ha anche aggiunto che “non dovrebbero nemmeno fare la gara per affidarci il terminal". Grimaldi opera già nel bacino di Sampierdarena, attraccando le sue navi al Terminal San Giorgio, dove però potrebbero insediarsi depositi chimici. E anche questo fascicolo è soggetto a un ricorso.