La società di consulenza legale che rappresenta gli interessi della compagnia armatrice della portacontainer Ever Given e dei suoi assicuratori, Stann Marine, ha dichiarato il 23 giugno 2021 che la giapponese Shoei Kisen Kaisha, proprietaria della nave, ha raggiunto un accordo di massima con la Suez Canal Authority per il risarcimento dei danni causati dall’intraversamento della portacontainer avvenuto il 23 marzo, che ha bloccato la navigazione nel canale di Suez per quasi sei giorni. Da quando la nave è stata disincagliata è sotto sequestro nel Grande Lago Amaro posto al centro del canale, insieme con in 18.300 container che trasporta a causa del contenzioso sorto proprio sul risarcimento. Lo studio legale Clyde & Co, che rappresenta alcuni proprietari delle merci a bordo, stima che il valore totale del carico di di oltre 600 milioni di dollari.
Le parti non hanno comunicato i dettagli dell’accordo, che sarà portato davanti ai giudici egiziani che il 4 luglio dovranno decidere se dissequestrare la nave, permettendole così di proseguire il viaggio. Se ciò avverrà, i proprietari delle merci nei container dovranno aspettare ancora a lungo prima di riceverle. Infatti, dopo le procedure burocratiche, la Ever Given dovrà navigare a bassa velocità perché potrebbe avere subito qualche danno nascosto durante l’incagliamento. Dovrebbe così raggiungere il porto previsto dal suo programma, ossia quello di Rotterdam e scaricare i container, che poi dovranno essere inoltrati alle destinazioni finali, in un periodo di forte intasamento dei delle banchine, sia del trasporto terrestre.
Oltre al ritardo nella consegna delle merci, con i costi conseguenti, i proprietari subiranno anche la beffa di dover pagare una parte del risarcimento che sarà stabilito per l’Autorità del Canale, a causa della clausola di salvaguardia General Average invocata dall’armatore, che stabilisce appunto la suddivisione del danno tra la proprietà della nave e quella delle merci imbarcate.