Nel fine settimana del 15-17 marzo 2025 c’è stata una ripresa nel conflitto del Mar Rosso, con massicci attacchi statunitensi contro gli Houthi in Yemen e la loro immediata reazione. Il 15 marzo 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ordinato "un'azione militare decisiva e potente" contro gli Houthi in Yemen, dopo che questi avevano minacciato di riprendere gli attacchi contro le navi nel Mar Rosso se Israele non avesse riaperto l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza. In un messaggio pubblicato sulla sua piattaforma Truth Social, Trump ha dichiarato: "Useremo una forza letale schiacciante fino a quando non avremo raggiunto il nostro obiettivo". Trump ha anche lanciato un duro avvertimento all'Iran, principale sostenitore degli Houthi, intimando a Teheran di "interrompere immediatamente" il supporto al gruppo yemenita.
Gli attacchi americani, iniziati il 15 marzo e proseguiti nei giorni successivi, hanno colpito numerosi obiettivi in diverse regioni dello Yemen, tra cui la capitale Sana'a, dove potenti esplosioni hanno scosso i quartieri residenziali, impianti radar e sistemi di difesa aerea, capacità missilistiche e di droni degli Houthi nelle province di Saada, al-Bayda, Hajjah, Marib, Dhamar e Taiz. Secondo fonti statunitensi, questa campagna militare potrebbe durare diverse settimane. Gli attacchi sono stati in parte eseguiti da caccia decollati dalla portaerei USS Harry S. Truman, attualmente dispiegata nel Mar Rosso.
Il ministero della Salute controllato dagli Houthi ha riferito che gli attacchi americani hanno causato la morte di almeno 53 persone, tra cui cinque bambini e due donne, e il ferimento di 98 individui. In risposta agli attacchi statunitensi, gli yemeniti hanno adottato una posizione di sfida, promettendo di "rispondere all'escalation con escalation". Il 16 marzo, il portavoce militare Yahya Saree ha affermato che il gruppo ha lanciato un attacco contro la portaerei Uss Harry S. Truman e le sue navi di scorta nel Mar Rosso settentrionale, utilizzando diciotto missili balistici e da crociera, oltre a un drone.
Il 17 marzo, gli Houthi hanno dichiarato di aver effettuato un secondo attacco contro lo stesso gruppo navale americano entro 24 ore. In un messaggio diffuso su Telegram, un portavoce Houthi ha affermato che gli attacchi erano "in rappresaglia per la continua aggressione americana contro il nostro Paese". Il leader degli Houthi, Abdul Malik al-Houthi, ha dichiarato in un discorso televisivo che i suoi militanti continueranno a prendere di mira le navi americane nel Mar Rosso finché gli Stati Uniti proseguiranno gli attacchi contro lo Yemen: "Se continuano la loro aggressione, noi continueremo l'escalation".
La crisi del Mar Rosso è iniziata il 19 ottobre 2023, quando il movimento Houthi, sostenuto dall'Iran, ha lanciato missili e droni armati contro Israele, chiedendo la fine dell'invasione della Striscia di Gaza. Tra ottobre 2023 e marzo 2024, gli Houthi hanno attaccato più di sessanta navi nel Mar Rosso, costringendo centinaia di cargo a deviare le loro rotte attorno all'Africa meridionale per evitare attacchi. Un database creato da Acled, un organismo non-profit, mostra 136 attacchi Houthi contro navi da guerra, navi commerciali e obiettivi israeliani dal 19 ottobre 2023. Gli attacchi yemeniti si erano temporaneamente interrotti quando un cessate il fuoco tra Israele e Hamas è entrato in vigore il 19 gennaio 2025, il giorno prima dell'insediamento di Trump. Tuttavia, il 12 marzo 2025, gli Houthi hanno annunciato che avrebbero ripreso gli attacchi contro le navi israeliane nel Mar Rosso fino a quando il Governo del primo ministro Benjamin Netanyahu non avesse ripreso l'invio di aiuti a Gaza.
Questo innalzamento del conflitto rinvierà il ritorno delle navi cargo, comprese le portacontainer, nel Mar Rosso e quindi nel Canale di Suez. Anche dopo l’annuncio della tregua a Gaza, le principali compagnie marittime hanno mostrato un atteggiamento di attesa nel riaprire le rotte del Mar Rosso, nonostante comportino aumenti di costi e di tempi. Aumenti che comunque sono riuscite a girare ai committenti, visti i grandi utili registrati dai vettori nel 2024. Un altro effetto della circumnavigazione dell’Africa è l’intasamento dei porti, in oriente e in occidente.
Gli ultimi eventi confermano che l’incertezza nel Mar Rosso proseguirà anche nei prossimi mesi e uno studio del Boston Consulting Group valuta scenari d’instabilità fino al 2026 e perfino spostamento prolungato di flussi commerciali verso rotte alternative. Il rischio è che la spirale del conflitto tra Stati Uniti (e loro alleati) e gli Houthi s'intensifichi e che prosegue fino al completo sradicamento del gruppo yemenita.