Dopo la brusca interruzione della trattativa tra i sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti e le associazioni delle imprese, è iniziata la fase di assemblee nei porti in cui i sindacalisti spiegano ai lavoratori i motivi dell’interruzione. Oltre alle questioni prettamente aziendali, le sigle lamentano che “il ministero dei Trasporti non ha ancora attivato il tavolo di confronto sulla riforma della portualità”, un confronto che non ritengono più rinviabile. A rendere più calda la questione c’è anche l’annunciata privatizzazione dei porti.
Il segretario nazionale della Filt Cgil, Amedeo D’Alessio, ha dichiarato che “la situazione è incandescente”. Nel confronto con le associazioni datoriali, il sindacato pone aumenti delle retribuzioni, ma anche il lavoro usurante, il fondo di accompagno all’esodo per i pensionati anticipati e le agenzie in deroga portuali, come a Taranto e Gioia Tauro. La Filt non ritiene necessaria una riforma dei porti, ma chiede solo dei correttivi: “Le Autorità portuali devono continuare a essere enti pubblici non economici a ordinamento speciale perché solamente questa natura può garantire la terzietà degli enti stessi”, dichiara D’Alessio.
Anche la privatizzazione dei porti vede l’opposizione del sindacato. Sempre D’Alessio spiega che “il demanio è pubblico, anche se le banchine sono già gestite da privati in concessione, quindi i ragionamenti devono essere fatti in merito alla natura delle Autorità del sistema portuale che per noi devono rimanere enti a ordinamento speciale pubblici e non economici”.
Sul fronte imprenditoriale, il presidente di Assiterminal, Luca Becce, ha dichiarato che è importante riaprire la trattativa per il contratto nazionale, pur ammettendo che “è una trattativa difficile”. Per Becce bisogna ripartire dai punti dove le parti concordano: “Esiste già, cosa non da poco una sintonia forte sulle esigenze di fare vivere la previsione del Ccnl sul fondo per gli esodi anticipati dei lavoratori portuali, così come è aperta la discussione sul riconoscimento del lavoro usurante per alcune categorie di lavoratori. Su questi punti è possibile già ora una forte iniziativa comune verso il Governo”.
Intanto le prime assemblee dei lavoratori – che si sono svolte a Livorno, Genova e Trieste – hanno espresso la volontà di proseguire la vertenza e la possibilità di proclamare scioperi nei porti. La volontà di sospensione del lavoro è giunta dai tre scali.