Lo sciopero contro l'autoproduzione e per la sicurezza ha ottenuto un'elevata adesione, secondo un comunicato diffuso da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, le tre sigle che lo hanno proclamato. In alcuni porti, tutti i lavoratori si sarebbero astenuti dal lavoro e in alcune città hanno svolto manifestazioni con cortei e delegazioni in Prefettura. "L'adesione altissima è una risposta iniziale molto decisa e convinta da parte dei lavoratori portuali e marittimi contro il non rispetto delle procedure che sottendono l'autoproduzione e l'ipotesi di manomettere la riforma portuale e di asservirla ad interessi di parte", scrivono le sigle nella nota.
In alcuni porti, i presidi dei lavoratori sono stati raggiunti da delegazioni provenienti da altri settori della filiera dei trasporti, come per esempio quelli di FedEx e Tnt, che hanno indetto uno sciopero nazionale il 17 maggio contro i licenziamenti. "Ciò dimostra come il mondo del lavoro abbia una capacità di visione e di prospettiva più ampia di tutti quei soggetti, istituzionali e imprenditoriali, che traguardano i propri obiettivi, non all'interesse comune ma di pochi, non a progetti di medio lungo periodo, ma alla durata del proprio mandato", aggiungono i sindacati.
La nota conclude affermando che "ora si rafforza l'azione politica e negoziale, basata su strumenti legislativi e contrattuali che devono essere rispettati ed applicati, per evitare che il Paese arretri ulteriormente, perdendo altre occasioni di competitività che per noi valgono molto in termini di buona occupazione, sicurezza sul lavoro, reddito e stabilità".
Il tema centrale della protesta è l'autoproduzione nei porti, come spiega Claudio Tarlazzi, segretario generale di Uiltrasporti: "Le regole esistenti devono essere applicate affinché l'autoproduzione non sia autogestita dagli armatori e non diventi sinonimo di sfruttamento e di pericolosissimo abbassamento dei livelli di sicurezza sul lavoro del personale marittimo imbarcato. Né tanto meno essa deve significare lo squilibrio degli organici dei porti, che finirebbe con l'incidere sui conti pubblici, per un maggior utilizzo della indennità di mancato avviamento dei lavoratori portuali".
Il secondo tema è la sicurezza: "chiediamo l'intervento immediato sugli incidenti sempre più frequenti nei porti, con l'emanazione urgente degli aggiornamenti ai decreti 271 e 272, pronti ormai da molto tempo. Chiediamo, infine, che le autorità competenti svolgano ed interpretino il proprio ruolo nell'interesse generale della portualità e delle attività marittime, coerentemente ai dettami del nostro ordinamento", conclude Tarlazzi.
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