Quale sarà il prossimo futuro della navigazione commerciale nel Mar Rosso? Oggi è difficile fare previsioni perché gli attacchi degli Houthi proseguono e l’operazione statunitense Prosperity Guardian deve essere ancora completamente dispiegata. Dall’inizio dell’offensiva Houthi contro i mercantili si stimano circa cento attacchi contro quattordici navi. Solo il 26 dicembre, le navi militari statunitensi hanno abbattuto diciassette droni. Ma il vero pericolo sono i missili, molto più veloci e che quindi richiedono contromisure più sofisticate, ma anche più costose.
La buona notizia è che finora i missili e i droni degli Houthi possono danneggiare ma non affondare una grande nave cargo. Però ottengono comunque lo scopo di sabotare il trasporto delle merci tra Asia ed Europa, aumentandone i costi e i tempi di transito. Restano ancora ignote quali saranno le misure di protezione attuate da Prosperity Guardian.
La soluzione classica prevede convogli scortati, che però dovrebbero formare file lunghe chilometri di enormi navi portacontainer e petroliere. Inoltre, la navigazione in convoglio scortato richiede una specifica formazione dei comandanti dei mercantili, che quasi nessuno ha ancora. Inoltre, le navi militari hanno una scorta limitata di missili, che di fronte a un attacco di “saturazione” (ossia effettuato con una gran massa di missili) potrebbe esaurirsi prima di un rifornimento in porto.
Un segnale preoccupante è giunto il 19 ottobre, quando il cacciatorpediniere Uss Carney è stato attaccato da quattro missili e quindi droni. L’equipaggia li ha distrutti tutti, ma è stato continuamente impegnato per nove ore e solo per difendere se stesso. Gli analisti ritengono che questo potrebbe essere un test degli Houthi per valutare le proprie tattiche e le risposte delle navi statunitensi.
Un articolo pubblicato il 27 dicembre 2023 da Al Jazeera spiega che il convoglio dovrebbe essere protetto per almeno 250 miglia nautiche (ossia 463 chilometri), che è la lunghezza della costa yemenita controllata dagli Houthi. Stimando una velocità media di 15 nodi (circa 28 chilometri) per mantenere in convoglio anche le navi più lente, ciò significa che il convoglio potrebbe essere esposto agli attacchi yemeniti per almeno sedici ore, cui bisogna sommare il tempo di attesa nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden necessario per formare i convogli.
Per i militari, la strategia migliore è distruggere le infrastrutture militari degli Houthi che lanciano e riforniscono missili e droni, piuttosto che intercettare ogni singolo attacco. Cosa che gli Stati Uniti potrebbero fare senza particolari complicazioni, a condizioni di portare sull’area le due portaerei operanti nell’area. Il problema è però politico, perché questa soluzione potrebbe estendere il conflitto del Medio oriente con esisti imprevedibili. E questo è il dilemma della Casa Bianca.