Nel panorama globale, caratterizzato da tensioni geopolitiche e mutamenti economici, l’industria del trasporto e della logistica si prepara ad affrontare un 2025 ricco di sfide e opportunità. Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, ha delineato i principali nodi critici che riguardano il settore portuale italiano e, più in generale, le dinamiche di mercato che si prefigurano nel 2025. Secondo Botta, il 2024 ha rappresentato un anno di persistenti tensioni, con impatti significativi sul commercio internazionale: “Il protrarsi dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente ha continuato a influenzare l’economia globale”.
A questi fattori si aggiunge l’incertezza politica negli Stati Uniti, dove si attende di verificare se le promesse elettorali di Donald Trump sulla fine della “guerra dei dazi” si tradurranno in azioni concrete. Allo stesso tempo, la nuova Commissione Europea si trova a dover affrontare crisi multiple – produttive, economiche ed energetiche – che mettono a dura prova la competitività del continente. In questo contesto, le imprese sono chiamate a prendere decisioni strategiche rapide e mirate per fronteggiare i rapidi cambiamenti dello scenario mondiale.
La logistica, pilastro del commercio internazionale, dovrà adattarsi a questa crescente complessità attraverso efficienza e innovazione. Botta evidenzia come il mondo stia cercando vie alternative per accedere ai mercati e garantire la movimentazione delle merci: “Con la crisi di Suez, si stanno esplorando percorsi alternativi, come la circumnavigazione del Capo di Buona Speranza, il rilancio della One Belt One Road e nuovi corridoi come l’Imec. Anche i collegamenti Nord-Sud stanno guadagnando terreno”.
Sul fronte nazionale, il quadro tendenziale dei porti italiani a fine 2024 mostra volumi complessivamente stabili rispetto agli anni precedenti. I dati indicano che i porti di Genova e Savona hanno movimentato circa 2,8 milioni di teu, in leggero aumento rispetto ai 2,74 milioni del 2023. Il solo porto di Genova ha registrato una crescita dai 2,394 milioni di teu del 2023 ai 2,45 milioni del 2024. Tuttavia, Botta sottolinea come questi risultati siano insufficienti per competere con le grandi direttrici mercantili internazionali. “È evidente che l’Italia stia commettendo errori nella strategia di posizionamento. Non possiamo ignorare che la capacità di spesa degli italiani è limitata, ma il problema principale resta la mancanza di investimenti adeguati in infrastrutture e servizi logistici”, precisa Botta.
Tra le criticità maggiori spiccano la burocrazia e l’assenza di tempestività nei servizi. Botta è chiaro: “Semplificare le procedure e investire in servizi efficienti è una condizione imprescindibile per contrastare la concorrenza dei porti del Nord Europa, che continuano ad attrarre volumi significativi di container sottraendoli ai nostri scali”.