Sono bastate poche parole del commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, Francesco Di Sarcina, al Forum dello Shipping di The Meditelegraph per mettere in allarme gli operatori del porto della Spezia. Secondo quanto riferisce l’Ansa, Di Sarcina ha dichiarato che “La situazione all'interno di Lsct, La Spezia container terminal, è difficile: c'è stata un'emorragia di personale, quadri e tecnici. Per questo motivo sono diventati concreti i rumors su una cessione. Io non posso dire se ci sia un cambio di proprietà all'orizzonte, ma non c'è dubbio che percepiamo un forte attrito fra le due anime del terminal, cioè Contship e MSC”.
La società terminalista La Spezia Container Terminal è controllata dal 60% da Contship Italia, con la partecipazione al 40% di MSC. Una situazione simile a quella del Medcenter Container Terminal di Gioia Tauro, dove il conflitto tra i soci ha portato prima un drastico calo di traffici e poi l'acquisizione dell’intero pacchetto azionario da parte di MSC. Questa situazione potrebbe ripetersi anche alla Spezia?
Lo teme Di Sarcina, che ha proseguito dicendo che “il problema è che se non si trova una sintesi i due azionisti, l'anima MSC potrebbe virare verso altri lidi e l'anima Contship potrebbe investire in altri porti stranieri". Queste parole hanno spinto tre associazioni (Associazione Agenti Marittimi di La Spezia, Aspedo e Associazione Spedizionieri del porto di La Spezia) ha diffondere il 1° dicembre 2020 un comunicato congiunto che esprime preoccupazione.
“La comunità portuale, unita, ritiene che discussioni di questo contenuto e di questo tenore non facciano bene all’immagine del Porto della Spezia e conseguentemente alla sua capacità economica e alle sue potenzialità di sviluppo”, esordisce la nota, aggiungendo che il porto è la prima risorsa del territorio e che tramite notevoli investimenti ha assunto un “ruolo primario” nello scenario internazionale. “Crediamo convinti che il porto della Spezia non abbia bisogno di rilanci ma piuttosto, come più volte e coralmente espresso e sottolineato, di continuità, nel solco dell’efficienza e della concretezza nei progetti di sviluppo già cantierabili previsti dal Piano regolatore portuale (PRP)”, prosegue il comunicato.
Premesso ciò, “la città della Spezia e il suo porto commerciale non possono permettersi, soprattutto in questo particolare momento, di essere danneggiati da questioni che ad oggi non hanno un oggettivo riscontro e risultano anche fuorvianti per importanti player mondiali che scalano o che vorrebbero scalare nel nostro porto”. Quindi, le tre associazioni auspicano che “tutte le discussioni che hanno per oggetto il porto e la sua economia non si affidino ai gossip basati su sensazioni e non, come logica vuole, sugli atti ufficiali”.
La nota si conclude con l’invito alle forze economiche e sociali “a una ferma assunzione di responsabilità per il bene del porto, dell’economia, del lavoro e dell’occupazione della nostra città e concorrano inoltre a valorizzare i molti aspetti positivi che in molti ci invidiano”.