Il recente annuncio dell'Amministrazione Trump d’introdurre nuove imposte sulle portacontainer cinesi potrebbe avere effetti dirompenti sul commercio globale e sul sistema logistico statunitense. Gli analisti di Xeneta avvertono che l'introduzione di una tariffa di un milione di dollari per ogni nave operata da un vettore cinese che attracca in un porto statunitense, unitamente ad altri balzelli su navi costruite in Cina e sulle nuove commesse ai cantieri navali cinesi, potrebbe generare una serie di conseguenze impreviste.
Peter Sand, analista capo di Xeneta, ha sottolineato come le compagnie di navigazione cercheranno di aggirare queste misure, riducendo il numero di scali portuali negli Stati Uniti. Questo comportamento potrebbe portare a gravi problemi di congestione e ritardi, come avvenuto recentemente in Asia quando le compagnie hanno aumentato la movimentazione per singolo scalo a Singapore per compensare le deviazioni intorno all'Africa, causate dalla crisi nel Mar Rosso. Il risultato fu un'impennata del 300% nei costi di trasporto sulla rotta Far East-Us East Coast.
Le nuove tariffe s’inseriscono in una strategia più ampia di contenimento dell'influenza cinese nel commercio internazionale, ma Sand mette in guardia sugli effetti indesiderati. Oltre all'aumento dei costi per gli importatori statunitensi, si prevede un incremento del flusso commerciale verso Messico e Canada, già in forte crescita. Nel 2024, le importazioni dalla Cina in Messico sono aumentate del 15%, raggiungendo 1,42 milioni di teu, mentre quelle in Canada sono salite del 16%, attestandosi a 1,8 milioni di teu. Questo fenomeno è attribuibile alle strategie adottate dagli operatori per aggirare i dazi doganali imposti sugli scambi diretti tra Stati Uniti e Cina.
Trump ha promesso di contrastare questa tendenza con dazi del 25% su merci provenienti da Messico e Canada, cercando di chiudere il cosiddetto "back door trade" (commercio dalla porta posteriore). Tuttavia, il rischio è che le nuove imposte portuali incentivino ulteriormente l'uso di questi Paesi come snodi commerciali, rendendo la politica tariffaria meno efficace. Inoltre, alcuni operatori potrebbero scegliere il trasporto aereo, aumentando la pressione su questo segmento della logistica.
L'analisi della flotta globale condotta da Xeneta mostra che Cosco sarà il principale bersaglio di queste misure, essendo l'unico vettore cinese tra i primi dieci al mondo e avendo due terzi della sua flotta costruita in Cina, con il 90% del portafoglio ordini proveniente da cantieri cinesi. Le compagnie europee - come Msc, Maersk, Cma Cgm e Hapag-Lloyd - saranno anch'esse colpite, avendo più della metà delle loro nuove costruzioni affidate a cantieri cinesi. Tra i vettori asiatici, con l'eccezione di One, il resto del settore non subirà impatti significativi da queste misure.
Sand conclude che l'incertezza generata da queste decisioni rappresenta una sfida complessa per gli importatori statunitensi e le compagnie di navigazione. Secondo le informazioni raccolte da Xeneta, le aziende del settore stanno monitorando attentamente l'evolversi della situazione, ma per il momento preferiscono non adottare strategie definitive in attesa di sviluppi più chiari.