Cresce la tensione in Europa sulla presenza cinese nei porti. Dopo la lunga polemica in Germania sull’acquisizione da parte di Cosco di una partecipazione nel terminal Tollerort di Amburgo, si è aperto un nuovo fronte, per ora diplomatico, in Belgio. La questione è iniziata con un’intervista della ministra degli Esteri Hadja Lahbib al giornale De Tijd, dove ha detto che le navi cargo cinesi possono essere convertite per usi militari. Dopo un paio di giorni un funzionario dell’ambasciata cinese avrebbe inviato un cablogramma al ministero belga chiedendo una ritrattazione di questa dichiarazione, ottenendo un rifiuto.
Lo afferma il sito Politico, aggiungendo che il diplomatico cinese avrebbe sottolineato l’importanza dei traffici marittimi tra Cina e i porti belgi e quindi Bruxelles dovrebbe rispettare quest’attività se vuole che prosegua. Ma gli interessi cinesi in Belgio interessano direttamente anche i porti, perché la compagnia Cosco ha l’85,45% del terminal container Csp del porto di Zeebrugge, una concessione recentemente estesa fino al 2055.
La questione della presenza cinese nei porti italiana è riapparsa anche in Italia, nonostante al momento non ci sono programmi di acquisizioni in atto. Cosco ha il 40% della società che gestisce il nuovo terminal di Savona Vado Ligure, senza suscitare scandalo quando acquisì tale partecipazione. Ma il 17 ottobre 2022, durante la settima edizione del Forum Internazionale di Conftrasporto, il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, ha dichiarato che “il disegno egemonico della Cina sui porti occidentali rappresenta un pericolo”.
Lo ha detto accennando al caso di Amburgo, per concludere che “in Italia la mancata emanazione del Regolamento sulle concessioni terminalistiche che attendiamo da ben 28 anni e la mancanza di una effettiva regia strategica sulla politica portuale, hanno aperto falle (come accaduto a Trieste, firmatario di un’intesa quadro fortunatamente congelata proprio sulla Via della Seta) nel sistema strategico dei porti, lasciando spazi a potenziali rischi di cessione di sovranità ad altri paesi su asset fondamentali per l’Italia”.