Prosegue la battaglia del Mar Rosso, che ora sembra polarizzata tra Houthi yemeniti e Stati Uniti. I primi hanno colpito alle 20.30 (ora locale ) del 17 gennaio 2024 con un proiettile (non è chiaro se un missile o un drone) la rinfusiera Genco Picardy mentre navigava nel Golfo di Aden con un carico di fosfato. La nave appartiene alla compagnia statunitense Genco Shipping, che dopo l’evento ha dichiarato che la rinfusiera ha subito lievi danni e nessun membro dell’equipaggio è ferito. La nave sta proseguendo in modo autonomo la navigazione.
Questo terzo attacco nella settimana contro mercantili da parte degli Houthi (il secondo a una nave statunitense) giunge in concomitanza con una nuova serie di attacchi attuati dalla coalizione anglo-statunitense contro postazioni yemenite e poco dopo che gli Stati Uniti hanno inserito gli Houthi nella lista delle organizzazioni terroristiche. Fonti statunitensi affermano che la Marina ha distrutto quattordici siti adibiti al lancio di missili, così da degradare la capacità degli Houthi di colpire le navi in transito davanti alle loro coste.
Intanto aumenta il numero delle compagnie che evitano il Mar Rosso, e quindi il transito nel Canale di Suez, dirottando le navi verso Buona Speranza. Ormai lo fanno quasi tutte le portacontainer, cui si stanno aggiungendo petroliere, gasiere e car carrier, che in una fase iniziale sembravano voler proseguire sulla rotta tradizionale. Sono ormai quattro le compagnie petrolifere che hanno annunciato la sospensione dei transiti nel Mar Rosso: BP, Shell, Adnoc e Reliance Industries.
Un’ulteriore evoluzione viene dalle compagnie di assicurazione, alcune delle quali hanno dichiarato il 17 gennaio di non assicurare contro il rischio di guerra più le navi statunitensi, britanniche e israeliane che viaggiano nel Mar Rosso. Una decisione che coinvolge non solo le navi di proprietà di compagnie di questi Paesi, ma anche quelle in qualche modo a loro collegate.