Nonostante le dichiarazioni del Cremlino sul ritiro delle truppe dal confine con l’Ucraina, persiste la forte tensione al confine orientale e le nubi di un conflitto non sono ancora dissolte. Aumentano quindi le preoccupazioni anche nel mondo del trasporto, perché in quell’area dell’Europa transitano flussi di merci terrestri e marittimi che interessano l’intero continente. Il 15 febbraio 2022 la società di consulenza sui rischi Risk Intelligence ha diffuso alcune indicazioni relative al trasporto marittimo.
Nel caso di un conflitto diretto tra Russia e Ucraina, Risk Intelligence afferma che “è probabile che la Russia usi la sua superiorità navale per controllare il traffico marittimo nell'Azov e nel Mar Nero vicino alla Crimea e alla costa ucraina, compreso il blocco dello stretto di Kerch e dei principali porti ucraini”. Un altro scenario è che la Marina russa possa attaccare quella ucraina con missili antinave terrestri e attacchi aerei e navali. Anche le navi militari ucraine potrebbero ingaggiare quelle russe, creando danni collaterali ad aree portuali o navi civili.
Altre possibili azioni ipotizzate da Risk Intelligence sono assalti nei porti ucraini da parte di forze speciali russe per escluderne l’accesso al Mar nero, causando combattimenti terrestri vicino agli scali, oppure che commando ucraini possano sabotare infrastrutture portuali russe o altri obiettivi marittimi, compreso il ponte sullo stretto di Kerch. Entrambe le parti, infine, potranno spiegare mine in mare, che potranno colpire anche il naviglio civile.