Il trasporto marittimo dei container sta vivendo un momento difficile, caratterizzato da una combinazione di sfide economiche, geopolitiche e ambientali che ne stanno trasformando profondamente il panorama. Nel 2025, le compagnie di navigazione dovranno fronteggiare costi operativi in aumento, aggravati da una crescente concorrenza, sovraccapacità di stiva e rischi geopolitici sempre più complessi. Questo contesto richiede un’analisi attenta per identificare non solo le difficoltà, ma anche le opportunità di innovazione e crescita. Per orientare gli operatori, la società di ricerca Upply ha sviluppato tre possibili scenari nel trasporto marittimo globale di container.
Per quanto riguarda il quadro generale, la ricerca afferma che uno degli aspetti principali della trasformazione è l’aumento generalizzato delle spese operative. Le tariffe portuali e i servizi accessori, come il pilotaggio, il rimorchio e il dragaggio, sono in costante crescita, in risposta alla domanda di infrastrutture moderne e più efficienti. A questo si aggiungono i maggiori costi legati ai carburanti, influenzati dalle sanzioni contro la flotta "ombra" che trasporta petrolio russo e da regolamentazioni più severe, che stanno rimodellando l’equilibrio del mercato nei principali hub globali come Rotterdam e Singapore. Parallelamente, l’instabilità geopolitica, con episodi critici nelle rotte del Mar Rosso e del Canale di Suez, comporta spese aggiuntive, come l’utilizzo della rotta alternativa del Capo di Buona Speranza, che può incrementare i costi fino a mille dollari per container.
Oltre a queste difficoltà, Upply sottolinea i rischi crescenti legati alla digitalizzazione. Gli attacchi informatici, sempre più frequenti, costringono le compagnie a investire in sicurezza tecnologica, mentre il trasporto di merci pericolose come le batterie al litio introduce nuovi fattori di rischio, come l’aumento dei premi assicurativi per mitigare il pericolo d’incendi. Inoltre, la necessità di accelerare la transizione ecologica comporta spese significative per la ricerca e lo sviluppo di carburanti verdi e tecnologie sostenibili. Eventi climatici estremi, che danneggiano infrastrutture strategiche nei porti di Shanghai e Valencia, contribuiscono ulteriormente a incrementare i costi.
Nonostante queste pressioni inflazionistiche, la ricerca mostra che esistono alcuni elementi che potrebbero mitigare l’aumento dei costi. L’arrivo sul mercato di nuove grandi portacontainer, ordinato durante il boom post-pandemico, sta portando a una sovraccapacità significativa, con conseguente riduzione delle tariffe per attrarre volumi. Inoltre, la ricomposizione delle alleanze navali, prevista per il 2025, potrebbe creare nuove dinamiche di concorrenza, favorendo l’efficienza operativa e la riduzione dei costi complessivi. Il rapporto presenta tre possibili sviluppi per il settore, ciascuno caratterizzato da implicazioni strategiche e operative che potrebbero ridefinire il mercato globale.
Nel primo scenario, Mediterranean Shipping Company consolida il suo ruolo al vertice globale, superando il venti percento della quota di mercato. Grazie a una flotta moderna e tecnologicamente avanzata, unita al controllo diretto di numerosi terminal portuali, la compagnia riuscirebbe a ridurre i costi operativi e a stabilire le tariffe di trasporto. La strategia di Msc si basa su collaborazioni con grandi spedizionieri internazionali, che garantiscono volumi stabili a tariffe preferenziali. Tuttavia, questa crescente concentrazione di potere potrebbe polarizzare il mercato, rendendo difficile per i concorrenti competere su scala.
Il secondo scenario prevede un intervento deciso da parte di governi e istituzioni per limitare la dominanza di Msc. Negli Stati Uniti, la Federal Maritime Commission ha già mostrato un approccio più rigoroso, mentre in Europa la fine delle esenzioni per le alleanze di shipping potrebbe introdurre normative antitrust più stringenti. In Asia, compagnie di stato come Cosco potrebbero rappresentare una sfida significativa, mentre in Africa l’acquisizione di Bolloré Africa Logistics da parte di Msc potrebbe non essere sufficiente a contrastare l’espansione cinese e russa.
Nel terzo scenario, gli Stati Uniti intraprendono un’ambiziosa strategia per riconquistare il ruolo di potenza marittima. Sebbene attualmente controllino solo l’1% della capacità globale, nuove politiche industriali potrebbero promuovere la costruzione di navi e il rafforzamento della logistica nazionale. Questa trasformazione sarebbe sostenuta da alleanze strategiche con Corea del Sud e Giappone, nonché da collaborazioni con attori consolidati come Maersk Limited e l’alleanza Gemini. Tuttavia, un tale rilancio richiede investimenti significativi e un impegno politico di lungo periodo.