Il Gruppo Onorato, attraverso Compagnia Italiana di Navigazione, deve saldare due rate di 55 e 60 milioni per l’acquisizione di Tirrenia avvenuta nel 2012, importi che devono essere pagati a Tirrenia in Amministrazione Straordinaria. Le due rate sono scadute, rispettivamente, nel 2017 e nel 2019 e il 4 marzo la Sezione Imprese del Tribunale di Roma ha disposto il sequestro conservativo fino alla concorrenza di 55 milioni di euro sui beni e i crediti di Compagnia Italiana di Navigazione. Una decisione apprezzata dai commissari straordinari di Tirrenia, che potranno così procedere a saldare alcuni crediti di Tirrenia.
Questa sentenza arriva pochi giorni dopo la scadenza dell’accordo di standstill firmato da Moby con alcuni obbligazionisti che possiedono più del cinquanta percento del bond da 300 milioni che scadrà nel 2023. Questo bond ha una cedola annuale del sette percento, che Moby non versato a febbraio 2020. A questo punto, gli obbligazionisti potrebbero passare all’incasso anche per vie giudiziarie, presentando una seconda richiesta d’insolvenza al Tribunale (dopo la prima, respinta, presentata lo scorso anno).
Il Gruppo Onorato dovrà presto affrontare una terza incognita: il rinnovo della convenzione sulla continuità territoriale delle isole, che l’armatore ha ereditato con l’acquisizione della Tirrenia, che scadrà a luglio 2020 e che il Governo ha deciso di mettere a gara. È un introito di 72 milioni l’anno, che interessa i concorrenti di Onorato, con in prima linea la Grimaldi. E non è tutto: Moby deve pagare la rata annuale di 50 milioni di un credito concesso da un pool di banche e l’Antitrust sta ricalcolando la sanzione per abuso di posizione dominante. Insomma, si sta preparando la tempesta perfetta sulla flotta di Onorato. Quale rotta prenderà il comandante?