In un'intervista al Journal of Commerce, Franck Kayser, vice presidente e direttore del network operativo di UASC, ha affermato, a proposito del Nord America, che dispone di "porti del terzo mondo che comportano aggravi di costi per i global carrier a causa della scarsa efficienza operativa". Nella sua analisi dello scenario portuale internazionale, Kayser ha rivolto la propria attenzione anche ai porti del Mediterraneo, specificando che diversi scali negli ultimi 25 anni non hanno fatto passi avanti nella produttività. Duro il commento sull'Italia che, secondo il top manager del carrier arabo, "si è addormentata". In particolare, citando i porti di Genova e La Spezia, ha spiegato: "C'è da essere felici quando effettuano 50 movimenti/ora. Normalmente, svolgono appena 30/35 sbarchi e imbarchi all'ora". Kayser ha poi aggiunto che questa bassa produttività non riguarda i porti di transhipment come Gioia Tauro.
Sugli scali spagnoli, il manager di UASC ha sottolineato che "qualche passo avanti è stato compiuto, ma le prestazioni operative non sono ancora impressionanti". Al contrario, definisce "quite fantastic" i due terminal container del Pireo operati da Cosco Pacific. I desideri di UASC sono di raggiungere 150/180 imbarchi e sbarchi all'ora sulle nuove sei navi da 19mila teu che la compagnia prenderà in consegna dai primi mesi del prossimo anno e impiegherà sulla rotta Asia-Europa.
Ma i terminal container di Genova e La Spezia (UASC scala il terminal SECH e il La Spezia Container Terminal) sono effettivamente così deludenti? Secondo i numeri sulle prestazioni operative in banchina la situazione sembra non essere così drammatica. Un addetto ai lavori che conosce bene i due terminal in questione spiega che "la produttività per gru di banchina al LSCT e al SECH non è esaltante, però la differenza la fa il fatto che a La Spezia impiegano sempre il massimo delle squadre di portuali disponibili. Questa differenza è particolarmente evidente sul servizio MINA (Middle East/ Indian Subcontinent/ North America Service), per via del numero minore di movimenti e dimensioni nave, mentre su AMC-1 (Asia Mediterranean Container Service 1) anche il SECH ha una produttività intorno ai 50 movimenti/ora".
Più nello specifico, quest'anno il LSCT ha fatto registrare prestazioni da 58 movimenti/ora sulle navi del servizio AMC-1 e 54 movimenti/ora sul MINA (westbound), mentre il terminal di Calata Sanità ha fatto registrare medie di 52 movimenti/ora sul AMC-1, 35 sul MINA (westbound) e 40 sul MINA (eastbound).
In conclusione, pare che La Spezia e Genova siano porti con bassa produttività, specialmente se paragonati ad alcune realtà come gli Emirati Arabi o il Far East, o anche Port Said (per restare nel Mediterraneo), ma non nei termini riportati da Kayser. Il concetto espresso dal manager di UASC è quindi giusto ma i numeri citati (30-35 movimenti/ora) sono imprecisi ed eccessivamente penalizzanti.
Ci fanno inoltre notare che (almeno per quanto riguarda il servizio MINA) che si parla di volumi relativamente bassi su navi di dimensioni piccole per oggi. Un'analisi accurata delle prestazioni dei terminal portuali dovrebbe tenere conto del fatto che
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