La sera del 26 gennaio 2024 un’altra nave cargo è stata colpita da un attacco degli Houthi mentre navigava a circa 60 miglia al largo di Aden, in uscita dal Mar Rosso. È la petroliera Marlin Luanda, che trasporta petrolio per conto della società Trafigura, di Singapore. Un missile balistico antinave ha causato un incendio in una cisterna di dritta, che è stato domato dall’equipaggio, senza causare feriti, e la nave ha proseguito la navigazione in modo autonomo. La petroliera batte bandiera delle Isole Marshall.
Poche ore dopo, intorno alle 3.45 ora locale una nave militare statunitense ha distrutto a terra un altro missile, che secondo il Central Comand stava per essere sparato dagli Houthi. Sempre il 26 gennaio, durante il giorno, due missili sono caduti vicino a una nave che viaggiava a sud-ovest di Aden.
Intanto la Reuters ha diffuso indiscrezioni secondo cui la Cina avrebbe chiesto agli Houthi di sospendere gli attacchi alle navi in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Non lo avrebbe fatto direttamente, ma attraverso l’Iran, che sostiene le milizie yemenite. Nonostante immunità annunciata dagli Houthi verso le navi cinesi e russe, la Cina è comunque penalizzata nelle sue esportazioni dalla circumnavigazione dell’Africa che ormai stanno facendo tutte le portacontainer in viaggio verso l’Europa.
Questa posizione cinese è stata resa pubblica da un portavoce del ministero degli Esteri cinese: “Chiediamo la cessazione degli attacchi e delle molestie contro le navi civili ed esortiamo tutte le parti a smettere di alimentare le tensioni”, ha detto in una conferenza stampa. Finora Pechino ha assunto un atteggiamento neutrale verso gli attacchi degli Houthi e non ha inviato alcuna Forza militare nell’area. Ma questi segnali mostrano una certa impazienza sulla crisi del Mar Rosso.