Un porto più integrato con la città, che si colleghi direttamente all'aeroporto e alla Valpolcevera da riconvertire alla logistica e destinata a ospitare una nuova Zona Logistica Semplificata e una rete d'infrastrutture aggiornate per creare un corridoio dedicato alle merci. Sono questi i pilastri sul quale poggia il "bold plan", il piano ambizioso per il porto di Genova lanciato dall'assemblea annuale di Spediporto, l'associazione degli spedizionieri genovesi. Il porto di Genova, fino al crollo del ponte Morandi avvenuto a metà agosto, cresceva del 7% mentre a fine anno ha chiuso con un calo dei traffici dello 0,5%, ma in futuro, secondo gli spedizionieri, lo scalo può arrivare a movimentare fra 5,2 e 10 milioni di teu, stando alle previsioni di crescita di alcuni analisti. Secondo il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale, Paolo Emilio Signorini, le stima di crescita sono più prudenti e stanno fra 3,5 e 5 milioni di teu annui.
A spingere lo scalo del capoluogo, oltre al piano nazionale sulle infrastrutture e al piano di investimenti dell'Autorità Portuale, si sono aggiunte le opportunità della Legge 130 per il rilancio del territorio ferito dal crollo del Morandi. "Ora chiediamo un bold plan che all'aggiornamento infrastrutturale del porto, fra nuova diga, nuovo snodo di San Benigno, potenziamento della rete ferroviaria tanto a ponente che a levante del porto, incluso il doppio binario di Voltri Prà e all'automazione dei varchi portuali, sommi una visione ambiziosa del porto che abbracci banchine, aeroporto e Valpolcevera, destinata a nostro avviso a diventare una Zona Logistica Semplificata, diventando a sua volta un trait d'union con i retroporti" ha dichiarato il presidente degli spedizionieri, Alessandro Pitto.
A proposito del futuro della categoria il numero uno di Spediporto ha aggiunto: "Da anni leggiamo previsioni a tinte fosche sul futuro della nostra professione, invece mai come oggi lo spedizioniere è di nuovo al centro dell'attenzione dei mercati e degli investitori. Il futuro di noi spedizionieri si giocherà sulla nostra capacità di trasformarci in service & data provider della logistica". Secondo Pitto "lo spedizioniere rappresenta oggi più che mai il ponte che unisce il mondo dell'industria e il mondo del trasporto e della logistica". La sfida per il futuro è "aggiornare e integrare costantemente i servizi trasformandosi in alleati dei nostri partner e i clienti per eliminare i costi legati alle inefficienze", ha concluso il numero uno di Spediporto, sottolineando che i veri costi della logistica sono causati "dalle carenze infrastrutturali e dalle inefficienze amministrative e burocratiche e dall'incapacità di fare sistema che complicano e rallentano il nostro lavoro".
Nicola Capuzzo
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