Il progetto Cristal, nato nel 2022 e finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon con un investimento di 6,8 milioni di euro, si avvia verso la sua naturale conclusione prevista per la fine di quest’anno. L’obiettivo del programma è lo sviluppo di soluzioni innovative che consentano di aumentare di almeno il venti percento la quota di merci trasportate dalle vie navigabili interne europee, d’incrementare dell'80% l'affidabilità e la fruibilità del trasporto idroviario e di garantire il funzionamento delle idrovie anche durante eventi meteorologici estremi come alluvioni o siccità.
Passando dalla digitalizzazione delle vie fluviali allo sviluppo di nuove tecnologie per il monitoraggio della portata d’acqua e per la pianificazione degli interventi di manutenzione, Cristal si propone di creare soluzioni di trasporto fluviali da integrare alle reti Ten-T per favorire l’alleggerimento del traffico su strada. Le vie navigabili interne sono infatti ritenute essenziali per raggiungere la neutralità climatica ma, nonostante le potenzialità del settore, la loro quota di merci è in continua diminuzione. I cambiamenti climatici hanno infatti un forte impatto sulla portata d’acqua, che può aumentare eccessivamente durante le piene o diminuire troppo nei periodi di estrema siccità rendendo difficoltosa la navigazione.
Il programma è stato sviluppato in quindici Paesi europei, ma i tre progetti pilota sono stati realizzati in Francia - sui fiumi Senna e Mosella - in Polonia - attraverso la Vistola e il Reno - ma anche in Italia, sull’idrovia padano-veneta. Tra i successi ottenuti in Francia, si segnala un importante esperimento sulla tecnologia radar di ispezione del sottosuolo (Sir) avvenuto sulla Senna. Questo strumento può analizzare fino a sei metri di profondità nel cemento e potrà essere utilizzato per rilevare dettagli strutturali e potenziali danni in una chiusa, consentendo strategie di manutenzione migliori e più precise.
La Polonia si è invece concentrata sulla navigazione e, nonostante le difficoltà legate alla variazione della portata d’acqua ed alla chiusura di alcuni canali, sono state aperte due importanti vie navigabili tra Anversa e Gliwice, nel sud del Paese, e tra Plock e Danzica, nella parte settentrionale della Polonia. Entrambi le vie permetteranno di collegare i porti del nord, Anversa e Danzica, con le infrastrutture nell’entroterra e, anche se i tempi di transito sono stati molto lunghi, il loro utilizzo permetterebbe di alleggerire le vie stradali a vantaggio di un’opzione sostenibile.
In Italia gli sforzi si sono invece concentrati sull’idrovia padano-veneta, che fa parte della rete Ten-T e che comprende il fiume Po da Piacenza fino alla sua foce, il Canale Fissero-Tartaro-Canalbianco, il canale Po-Brondolo, l’idrovia ferrarese, la litoranea veneta ed i porti di Mantova, Rovigo e Chioggia. Questo sistema potrebbe rappresentare un importante corridoio tra Mediterraneo ed Europa Centrale ma durante lo studio, sintetizzato in un rapporto chiamato Manifesto per lo sviluppo sostenibile del sistema idroviario padano veneto, sono stati individuati diversi limiti infrastrutturali, normativi, di governo, di sviluppo urbano ma anche forza lavoro insufficiente o contratti inadeguati che oggi impediscono di fatto lo sviluppo del settore.
Il progetto Cristal in Italia, infatti, ha evidenziato il bisogno di intervenire sull’altezza dei ponti, spesso troppo bassi per consentire il transito d’imbarcazioni di grandi dimensioni. Un altro punto chiave individuato è la manutenzione regolare per ridurre gli accumuli di sedimenti che riducono il pescaggio e che sono anche una della cause di alluvioni ed esondazioni. Questi interventi richiederebbero una pianificazione accurata ed una maggiore sinergia tra i diversi enti pubblici e privati coinvolti nella navigazione.
Ci sarebbero anche problemi legati alle tariffe per l’utilizzo delle strutture portuali. Oggi, infatti, l’offerta è poco chiara, i prezzi per l’uso delle banchine e degli altri servizi non sono specificati e Cristal suggerisce la creazione di un unico portale che riporti le condizioni di utilizzo e le tariffe di tutte le infrastrutture della rete. Ci sarebbe poi la questione del personale di bordo, ad oggi assente e non sufficientemente regolamentato. Non esiste infatti un contratto nazionale per i lavoratori della navigazione interna, le normative presenti sono obsolete e il Manifesto suggerisce la creazione in un gruppo di lavoro che discuta dell’introduzione di un nuovo contratto nazionale ad hoc.
Anche le qualifiche necessarie ad intraprendere la professione andrebbero riviste, dato che gli attuali requisiti sono inadeguati e spesso contrari ai principi UE. Il Manifesto sull’idrovia si conclude con una lunga lista di interventi ritenuti indispensabili ma conferma la fattibilità di creare una rete di trasporto fluviale funzionale, efficiente e affidabile che, oltre a rappresentare una soluzione di trasporto sostenibile ed un’opportunità economica, aiuti a risolvere il problema delle esondazioni in un’area che negli ultimi anni ha subito diverse devastazioni.
Marco Martinelli