Il mercato italiano dei veicoli industriali mostra all’inizio del 2021 un andamento contrastante: crescono a doppia cifra quelli con massa complessiva fino a 3,5 tonnellate (+17,1% rispetto allo stesso mese del 2020) e superiore a 16 tonnellate (+21,8%), mentre calano i veicoli medi, con un crollo di quelli con massa complessiva tra 3,51 e 6 tonnellate e una flessione più lieve (-1,9%) di quelli tra 6,01 e 15,99 tonnellate.
“L’andamento dei dati di febbraio appare discordante rispetto all’andamento dell’economia reale, in quanto a una produzione industriale e una fiducia degli imprenditori asfittica, non corrisponde una flessione del mercato”, commenta Paolo Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae, che ha fornito questi dati. Starace spiega questo andamento contrastante con l’evoluzione del settore: “Studi recenti sulle caratteristiche dimensionali delle aziende di autotrasporto in Italia dimostrano che già da alcuni anni è in atto un incremento della percentuale delle imprese medio-grandi rispetto a quelle piccole, che si riducono rogressivamente”. Le imprese più grandi stanno quindi aumentando la flotta con veicoli pesanti, investendo anche in quelli a basso impatto ambientale.
Sull’altro versante ci sono “le aziende più piccole, che operano prevalentemente nel breve-medio raggio e sono condizionate nel cambiamento dai maggiori costi dei veicoli attuali e dalla maggiore durata d’impiego, nonché dal rischio di non poter contare su una committenza disposta a riconoscere tariffe adeguate agli investimenti”. Ciò comporta quindi una riduzione degli acquisti di veicoli di fascia media. In tale contesto, Unrae chiede “misure specifiche indirizzate ad un urgente, concreto e più accelerato rinnovo del parco circolante a sostegno dell’ambiente, della sicurezza e, non ultimo, dell’economia”.
Intanto, diverse fonti provenienti dal mercato rivelano a TrasportoEuropa che dall’inizio del 2021 stanno aumentando i tempi di consegna dei veicoli industriali. Il periodo tra ordine e consegna dipende dalle marche e può variare da tre a sei mesi, con il rischio di un progressivo aumento. Le cause indicate dagli operatori sono diverse: soprattutto l’aumento delle vendite in Europa, grazie anche agli incentivi attuati in diversi Paesi, e ritardi nel rifornimento di componenti, sia meccanici, sia elettronici. Quest’ultimo è un fenomeno globale che sta interessando l’intera industria automotive.