La voragine del dieselgate potrebbe allargarsi, e questa volta ai modelli di pregio della Casa statunitense, ossia il VW Touareg del 2014, la Porsche Cayenne del 2015, le Audi A6 Quattro del 2016, A7 Quattro, A8, A8L e Q5. Insomma, i gioielli di famiglia, quelli che montano il motore turbodiesel 3.0 V6 TDi. Il 2 novembre, la Epa ha inviato a Volkswagen un avviso di violazione della normativa sulla protezione ambientale, sostenendo che le emissioni di ossidi d'azoto di questi modelli superano di nove volte i limiti imposti dal Clean Air Act. Secondo l'Agenzia, sarebbero interessati diecimila veicoli venduti negli Stati Uniti dal 2014.
Dopo la scoperta del software che riduce le emissioni durante i test al banco, rivelata il 18 settembre scorso, Epa ha avviato un ampio programma di verifiche approfondite sui motori diesel venduti negli Stati Uniti, per individuare altri eventuali sistemi per ingannare i controlli. "VW ha realizzato e installato un software nel modulo elettronico di controllo di questi veicoli che percepisce quando il veicolo inizia i test per la corrispondenza agli standard ambientali", spiega Epa in una nota. In questo caso, il veicolo entra nella modalità "temperature conditioning", che lo fa rientrare nei limiti delle emissioni. "Esattamente un secondo dopo aver terminato la fase iniziale del test, il veicolo cambia immediatamente alcuni parametri operativi, che aumentano le emissioni di Nox", ponendo il software nella modalità "normal mode". In tale modalità, prosegue l'Epa, le emissioni di Nox superano fino a nove volte quelle imposte dalla Legge.
Dopo la diffusione della nota dell'Epa, Volkswagen ha smentito di avere installato sui motori 3.0 V6 Tdi sistemi che alterano i controlli delle emissioni (mentre nel caso precedente aveva confermato la frode) e si dichiara pronta a collaborare con Epa per chiarire la vicenda.
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