Come riportato dai media russi, a inizio gennaio 2025 si è svolta a Mosca la consueta conferenza stampa dell'associazione dei concessionari automobilistici russi. La manifestazione è storicamente dedicata alle automobili ma quest’anno, per la prima volta, si è parlato anche del mercato dei veicoli industriali. Stando ai dati riportati, il 2024 avrebbe visto l’immatricolazione di 126.181 camion, segnando un calo del 12,5% rispetto all’anno precedente. Un dato particolarmente significativo sarebbe stato osservato nel mese di novembre, che avrebbe registrato un crollo del 31% su base annua.
Nella sua presentazione alla conferenza, il presidente dell'associazione ha chiarito come le difficoltà nel settore nascano dagli alti tassi di interesse che di fatto bloccherebbero le azienda dall’acquistare nuovi mezzi. Circa il 70% dei camion russi vengono infatti immatricolati grazie a prestiti o attraverso contratti di leasing, oggi poco convenienti se non addirittura insostenibili ai tassi attuali. “Ciò significa che le flotte in circolazione non saranno rinnovate, gli autisti guideranno vecchi autocarri e un incidente con questo tipo di camion è statisticamente molto più grave di un incidente stradale con un mezzo moderno. È auspicabile che i veicoli commerciali siano quanto più nuovi e sicuri possibile”, ha poi spiegato il relatore.
Il mercato, però, non vede solamente un calo sulle immatricolazioni ma sono anche diminuite le compravendite di camion usati. Nel 2024 sono stati infatti venduti quasi 300mila veicoli, la metà dei quali di produzione russa, segnando una diminuzione del 6% rispetto al 2023. Sempre secondo fonti russe, le quote relative alle vendite dei marchi cinesi, sia nuovi che usati, sarebbe invece aumentata.
È inoltre interessante notare come, nonostante il calo delle vendite, nell’ultimo anno la rete di rivenditori di camion sia notevolmente aumentata. Negli ultimi dodici mesi, infatti, il numero di concessionari sul territorio sarebbe più che raddoppiato, passando da 793 a 1789, rendendo necessaria l’istituzione di un comitato a tutela di quello che viene considerato come un settore emergente e da tutelare.
Un altro dato significativo è quello relativo al fatturato di Kamaz che, nonostante la fornitura di mezzi militari all’esercito nazionale, ha registrato perdite significative. Secondo diverse fonti, sia russe che europee, Kamaz avrebbe registrato una perdita netta di 3,831 miliardi di rubli (circa 37 milioni di euro al cambio attuale) nei primi nove mesi del 2024, mentre nello stesso periodo del 2023 era stato registrato un utile netto di 15,819 miliardi di rubli (circa 153 milioni di euro).
I dati potrebbero però essere influenzati dagli investimenti dell’azienda, che alla fine dello scorso anno ha spostato parte della produzione in Senegal. Nel mese di ottobre è stato infatti inaugurato un nuovo stabilimento Kamaz in Senegal, dove vengono prodotti veicoli sia militari che civili e commerciali. Le prime voci della possibile apertura di un impianto russo in Africa risalivano addirittura al 2017 e la società, negli ultimi tre anni, ha anche investito nella formazione di autisti e meccanici senegalesi.
Marco Martinelli