Sabato 7 gennaio 2016, gli agenti del Federal Bureau of Investigation hanno arrestato Oliver Schmidt, che è stato responsabile della divisione progettazione e ambiente (Environmental and Engineering Office) della filiale statunitense di Volkswagen dal 2012 a marzo del 2015, ossia poco tempo prima che diventasse nota la frode attuata per manomettere i risultati dei test sulle emissioni inquinanti di alcuni motori diesel installati dal costruttore tedesco in autovetture vendute negli Stati Uniti.
Secondo il New York Times, che ha diffuso per primo la notizia, l'alto dirigente di Volkswagen sarebbe accusato di cospirazione per frodare gli Stati Uniti perché avrebbe svolto un ruolo importante nel nascondere la frode fin dal quando, nella primavera del 2015, l'International Council on Clean Transportation rilevò emissioni di NOX molto superiori ai limiti concessi in alcune autovetture Volkswagen.
Schmidt è il primo dirigente VW arrestato per il dieselgate, ma non il primo indagato: a settembre 2016, un altro dirigente, James Robert Liang è stato incriminato per cospirazione e ha deciso di collaborare con gli inquirenti. L'arresto avviene in una fase delicata, ossia mentre Volkswagen sta cercando un'intesa con le Autorità statunitensi proprio per quanto riguarda l'inchiesta penale. Nel giugno del 2016, VW ha già accettato di pagare un risarcimento di 15,3 miliardi di dollari. Volkswagen non commenta l'arresto del suo ex dirigente.
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