Il calo delle vendite dei rimorchi è iniziato a maggio e non accenna a fermarsi. Secondo l'associazione dei costruttori esteri Unrae, a novembre sono stati immatricolati 14.220 rimorchi con massa superiore a 3,5 tonnellate rispetto ai 14.598 del novembre 2017, con un calo del 15%. L'associazione imputa questa flessione alla mancanza di una politica di sostegno strutturale agli investimenti per l'acquisto di veicoli destinati al rinnovo del parco. Per quanto riguarda in particolare il settore dei veicoli rimorchiati, il ministero dei Trasporti ha comunicato che gli incentivi relativi all'acquisto di rimorchi e semirimorchi intermodali ha ecceduto di molto le previsioni e per le domande inoltrate nel 2016 l'importo sarà ridotto del 45% rispetto a quello previsto. Inoltre, non si conoscono ancora i dati relativi alle domande inviate nel 2017, influenzando negativamente gli investimenti del 2018 e 2019.
L'Unrae chiede un programma strutturale di sostegno finanziario e fiscale per l'acquisto di nuovi semirimorchi: "I veicoli rimorchiati di ultima generazione - spiega Sandro Mantella, Coordinatore del Gruppo rimorchi, semirimorchi e allestimenti di Unrae - non solo possono contribuire a contenere i consumi dei complessi stradali, ma sono anche in grado di garantire la massima sicurezza del trasporto con l'impiego di dispositivi destinati al costante controllo della sicurezza attiva". Secondo Mantella, la scelta dei vettori da parte della committenza non sarebbe tanto legata al costo del trasporto, quanto alla sua affidabilità, almeno in settori come alimentari, medicinali, materie pericolose. In tale contesto, l'impiego di veicoli e allestimenti che garantiscono il mantenimento della qualità della catena logistica, nonché la sua sostenibilità complessiva diventa una priorità per le imprese di trasporto che vogliono rimanere competitive.
Massimiliano Barberis
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