Il 9 maggio 2023 l’Unrae ha diffuso i dati sulle immatricolazioni italiane dei veicoli industriali ad aprile, che mostrano in generale un andamento positivo: 1.920 unità, con un aumento del 2,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo valore varia però secondo le classi di peso. Quella più leggera, con massa tra 3,5 e 6 tonnellate crollano del 25% (con solo 92 immatricolazioni), mentre sopra questo peso le immatricolazioni sono aumentate del 4,5% (con 255 unità tra 6,01 a 15,99 tonnellate e 1.625 unità oltre le 16 tonnellate). Considerando il primo quadrimestre, l’aumento generale si attesta sull’8,8%, con 9.347 unità.
Il mercato dei veicoli industriali sconta ancora lo shock dell’aumento del prezzo del gas naturale, iniziato alla fine del 2021, anche se oggi è tornato a livelli accettabili. Infatti, ad aprile le immatricolazioni dei veicoli industriali alimentati con questo carburante nel primo quadrimestre sono crollate del 76,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. Aumentano invece quelle dei veicoli elettrici, anche se si tratta ancora di piccolissimi numeri: 12 immatricolazioni, contro le due del primo quadrimestre 2022.
L’Unrae pone un nuovo problema, quello dell’obbligo d’installare su tutti i veicoli di prima immatricolazione il cronotachigrafo digitale “smart” di seconda generazione, che entrerà in vigore in tutta l’Unione Europea il 21 agosto 2023. Il presidente dell’associazione, Paolo Starace, spiega che “visti i consistenti volumi di veicoli in stock presso le reti di concessionari, che a causa di problematiche di carattere tecnico – tra cui il collegamento dei segnali satellitari – e organizzativo – come le difficoltà della supply chain a fornire i volumi necessari al completamento dei veicoli – potrebbero non essere immatricolabili nei tempi richiesti dalla clientela, con gravi ripercussioni sull’intero settore”. Quindi, l’Unrae chiede al Governo d’intervenire presso le istituzioni comunitarie per adottare un rinvio di tale obbligo.
Un’altra preoccupazione dell’associazione riguarda “ l’assenza di un piano strutturale e concertato con gli stakeholders del settore che sostenga fattivamente le imprese di autotrasporto nell’adozione di veicoli meno inquinanti e dotati dei più moderni dispositivi Adas, a beneficio della sicurezza stradale”.