Tesla e Nikola sono i due costruttori di veicoli industriali elettrici (per ora solo in forma di prototipo in entrambi i casi) che si stanno contendendo il mercato statunitense ed europeo a colpi di pre-ordini. Le due società sono quindi in competizione diretta su un mercato che potrebbe imporsi nei prossimi anni. Una competizione che però dal mercato si sta spostando in Tribunale sulla paternità del design del camion. La racconta un articolo pubblicato dal Financial Time il 26 settembre 2020, secondo cui Nikola ha intentato causa a Tesla per avere violato il progetto del Nikola One, chiedendo un risarcimento di due miliardi di dollari.
Secondo il fondatore di Nikola, Trevor Milton, egli avrebbe cominciato personalmente a progettare il camion nel 2013, facendolo poi sviluppare da Steve Jennes nel 2015, mentre Tesla sostiene che ha acquistato i progetti dal designer croato Adriano Mudri, che nel 2015 sviluppò il progetto Road Runner per la società Rimac, e che quindi il concorrente non ha diritto alla proprietà intellettuale. Per ora sia Mudri, sia la Rimac non commentano la questione.
Ma questa non è l’unica polemica sulla progettazione del camion che sta investendo la Nikola. Nelle corse settimane l’azienda è stata accusata di avere spacciato come proprie alcune tecnologie applicate sui suoi veicoli, che in realtà proverrebbero da fornitori esterni e di avere coperto i nomi di tali fornitori dalle fiancate dei veicoli quando ha realizzato video promozionali. Nikola ha replicato di non avere mai dichiarato che tali tecnologie fossero state sviluppate in casa e che è normale far sviluppare parti di un progetto a terzi. Ma queste accuse hanno causato un forte calo della azioni di Nikola e le conseguenti dimissioni di Milton da presidente esecutivo “per difendersi meglio”. È stato sostituito da Stephen Girsky (ex vice-presidente di General Motors e azionista di Nikola).
Nikola è anche accusata da un rapporto di Hindenburg Research di avere diffuso informazioni fuorvianti ed esagerate sullo sviluppo del camion elettrico e su tali accuse stanno indagando la Sec (l’Agenzia statunitense che controlla le operazioni in Bosa) e il Dipartimento di Giustizia. In particolare, Hindenburg afferma che il prototipo del camion a idrogeno non contiene tecnologie di celle a combustibile e che l’esemplare mostrato in un video viaggiava per forza di gravità, dopo essere stato trainato in cima a una salita.
Pochi giorni prima della pubblicazione del rapporto di Hindenburg Research, la General Motors aveva annunciato l’acquisto dell’11% delle azioni Nikola e un accordo di collaborazione per produrre pick-up elettrici alimentati a idrogeno. In particolare, Nikola potrà usare la batteria al litio Ultium e le celle a combustibile Hydrotec, entrambe sviluppate da General Motors. Ricordiamo che nell’ambito dei veicoli industriali, Nikola ha un accordo con Cnh Industrial (Iveco), di cui ha acquisito il 7,11% delle azioni. Suzanne Heywood, presidente e Ceo pro tempore di Cnh Industrial, ha ribadito la fiducia sulla collaborazione con Nikola.
Se Nikola piange, tesla non ride. Anche il suo fondatore, Elon Musk, è stato investito negli ultimi anni da forti polemiche, spesso indirizzate sulla capacità produttive dell’azienda (che per ora produce solo autovetture elettriche). Anche la sua impresa ha subito all’inizio di settembre un forte calo in Borsa, dopo la notizia dell’esclusione dall’indice S&P500 e dell’accordo tra GM e Nikola. E forse è in tale clima d’incertezza (almeno per la produzione di veicoli industriali) che è maturata la causa tra le due società.