I costruttori di veicoli industriali europei stanno abbandonando la Russia, sia nella produzione (quando ne hanno), sia nella vendita. Il passo più recente potrebbe compierlo Iveco, che in Russia ha attiva dal 1994 una joint-venture per produrre camion. Inizialmente la società si chiamò Iveco-Uralaz (ereditando il nome di una nota impresa sovietica), diventata poi Iveco-Amt, in cui la società italiana detiene il 33% del capitale. Iveco-Amt ha un impianto di assemblaggio di modelli Iveco a Miass, nella Russia centrale, e aveva programmato per il 2022 di produrre dai 500 ai 700 veicoli industriali.
Questo obiettivo difficilmente sarà raggiunto, perché l’amministratore delegato d’Iveco, Gerrit Marx, in una dichiarazione all’agenzia Bloomberg ha dichiarato che la società ha sospeso le consegne di veicoli in Russia e Bielorussia e sta valutando di uscire dalla joint-venture perché è diventato “impossibile fare affari in Russia”. Una decisione che può costare cara a Iveco, la stima dello stesso Marx prevede una perdita da 15 e 20 milioni di euro solo nel primo trimestre di quest’anno.