Il mercato italiano dei dei rimorchi e semirimorchi con massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate torna a dare segnali positivi a febbraio 2025. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi e Statistiche dell’Unrae, sulla base delle informazioni fornite dal ministero dei Trasporti, le immatricolazioni nel secondo mese dell’anno hanno toccato le 1.182 unità, in aumento del 18,2% rispetto alle mille registrate nello stesso mese dell’anno precedente. Un risultato incoraggiante, che segue un gennaio debole e contribuisce a mantenere in territorio positivo il bilancio del primo bimestre dell’anno: nei primi due mesi del 2025 le immatricolazioni sono state 2.230, l’1,4% in più rispetto alle 2.199 del 2024.
Nonostante questo parziale recupero, l’Unrae lancia un chiaro segnale d’allarme sullo stato del comparto. Michele Mastagni - coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti dell’associazione - sottolinea che il settore continua a essere trascurato sia a livello nazionale che europeo. A suo giudizio, le recenti decisioni del Governo non prevedono misure specifiche per affrontare i problemi della filiera, mentre il nuovo Piano d’Azione automotive della Commissione Europea ignora completamente la necessità di una regolamentazione più flessibile anche per i veicoli trainati, inclusi gli obiettivi emissivi dei mezzi pesanti.
In particolare, Mastagni evidenzia come la previsione di rigidi obbiettivi di decarbonizzazione a partire dal 2030, estesi anche ai rimorchi, rischi di tradursi in sanzioni pesanti per i costruttori. Pur condividendo i principi generali della transizione ecologica, Unrae avverte che tali obblighi, se non accompagnati da un piano di supporto concreto, potrebbero aggravare le difficoltà delle imprese del settore.
La mancanza di incentivi per la sostituzione dei mezzi più vecchi e l’assenza di politiche in grado di facilitare il passaggio verso veicoli moderni e sostenibili rendono oggi questi obiettivi difficilmente raggiungibili. Il rischio, secondo l’associazione, è quello di compromettere la competitività delle aziende italiane, già chiamate a confrontarsi con concorrenti esteri che operano in contesti normativi più favorevoli.
Tra le proposte avanzate da Unrae per invertire la rotta, emerge la richiesta di istituire un fondo nazionale pluriennale di almeno 70 milioni di euro, destinato a incentivare l’adozione di veicoli di ultima generazione. A questa misura si affianca la necessità d’introdurre penalizzazioni economiche per i mezzi più vecchi, attraverso un sistema di tariffe autostradali maggiorate, tasse di proprietà rimodulate e restrizioni alla circolazione e al carico.
Un altro punto cruciale riguarda l’adeguamento normativo per consentire anche in Italia la circolazione degli Eurotrailer, ovvero autoarticolati con lunghezza fino a 18,75 metri. Si tratta di mezzi già autorizzati in numerosi Paesi europei, tra cui Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Danimarca, Finlandia, Germania e Belgio. Secondo Mastagni, è urgente un aggiornamento del Regolamento esecutivo del Codice della Strada per allinearsi alle norme europee e permettere così anche in Italia un utilizzo più efficiente dei veicoli trainati.