Dopo Foton, anche un altro importante costruttore cinese di veicoli industriali, Byd, intende importare alcuni modelli elettrici in Europa, iniziando da quelli della gamma media. Un primo segnale è giunto a ottobre 2023, quando un articolo del Wall Street Journal affermò che il marchio intende crescere in Europa e Giappone nel prossimo triennio, citando fonti anonime. Per farlo, la società cinese intenderebbe investire venti miliardi di dollari entro il 2025.
La porta per entrare in Europa sembra essere l’Ungheria, dove il colosso dell’autotrasporto Waberer’s International ha già sperimentato per quindici giorni un veicolo Byd da 19 tonnellate in attività reale nella distribuzione urbana a Budapest. La società afferma che il camion elettrico ha svolto diversi percorsi con una dozzina di salite e discese, con una distanza media giornaliera di 150 chilometri.
Il veicolo è un autocarro a due assi con furgonatura e sponda idraulica posteriore. Il veicolo è lungo 8,16 metri e offre una portata utile di 9,7 tonnellate, valore apprezzato dall’autotrasportatore insieme con la manovrabilità.
Un altro segnale è l’annuncio di Byd di costruire in Ungheria un secondo stabilimento per la produzione di veicoli elettrici, dopo averne aperto uno per gli autobus a Komarom. La nuova fabbrica sorgerà a Szeged e a dovrebbe per ora essere dedicata alle autovetture e alle batterie, ma in futuro potrebbe evolvere verso i veicoli industriali, se la loro importazione avrà successo nell’Unione Europea.
La realizzazione d’impianti in Europa dovrebbe permettere al costruttore cinese di evitare i futuri e probabili dazi che la Commissione Europea intende applicare ai veicoli elettrici importati dalla Cina. Una strategia che in passato è stata attuata dal Giappone con le cosiddette “fabbriche cacciavite”, che assemblavano veicoli importati smontati dalle fabbriche giapponesi.