Il mercato dei veicoli industriali in Italia chiude il 2024 con una leggera flessione dello 0,7%, attestandosi a 28.516 unità immatricolate sopra le 3,5 tonnellate, rispetto alle 28.720 del 2023. Nonostante il risultato complessivo appaia contenuto, i dati forniti dal Centro Studi e Statistiche di Unrae, basati sulle immatricolazioni del ministero dei Trasporti, rivelano un quadro molto più articolato, con prestazioni divergenti tra i diversi segmenti di mercato e una dinamica complessa che merita attenzione.
Il 2024 si distingue infatti per un andamento altalenante: un primo semestre in forte crescita (+11,5% rispetto al 2023) è stato seguito da un secondo semestre in netto calo (-14,2%). Il mese di dicembre, con un lieve incremento dello 0,7% su base annua (1.872 unità immatricolate contro le 1.859 del dicembre 2023), conferma questa tendenza. Tuttavia, il segmento dei veicoli pesanti con massa superiore o uguale a 16 tonnellate ha subito un calo dell’8,6% nell’ultimo mese dell’anno, un dato che evidenzia difficoltà specifiche.
Nell’intero anno, il segmento dei veicoli leggeri (tra 3,51 e 6 tonnellate) ha registrato un balzo del 27,8% nel 2024, con 997 unità immatricolate rispetto alle 780 del 2023. Al contrario, i veicoli medio-leggeri (tra 6,01 e 15,99 tonnellate) e quelli pesanti (oltre 16 tonnellate) hanno mostrato contrazioni rispettive dell’1,7% (3.384 unità) e dell’1,5% (24.135 unità).
Il presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae, Paolo A. Starace, ha analizzato i risultati del 2024 sottolineando come le radici delle difficoltà del settore siano profonde e non attribuibili esclusivamente alla transizione ecologica: “Le immatricolazioni di veicoli a zero emissioni sono aumentate del 119,6%, ma rappresentano solo una minima parte del mercato. La stragrande maggioranza dei mezzi venduti continua a essere a motore endotermico (99,3%)”.
La vera sfida, secondo il presidente, riguarda il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 imposti ai costruttori, un obiettivo che potrebbe spingere alcune aziende a intraprendere misure protettive con effetti distorsivi sul mercato: “Questo scenario richiede un intervento urgente e coordinato a livello sovranazionale, coinvolgendo tutti gli stakeholder per evitare ripercussioni sul costo del trasporto merci e sull’occupazione, come già accaduto nel settore automobilistico”. Unrae rinnova l’appello al Governo per interventi mirati e strutturali, volti a evitare che la tendenza negativa si estenda al 2025. La necessità di un approccio che tenga conto delle esigenze ambientali, economiche e occupazionali, emerge come priorità assoluta per il prossimo anno.