Subito dopo l’annuncio da parte della presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, di un aumento della spesa pubblica comunitaria nel settore militare, le azioni dei colossi che operano in questo comparto hanno avuto una forte crescita in Borsa. Ma sono riapparse anche le voci di acquisizioni, tra cui quella d’Iveco Defence Vehicles, il ramo d’Iveco specializzato nella produzione di veicoli industriali militari. È una cessione di cui si parla da tempo. Exor, che ha il 42% dei diritti di voto d’Iveco, cercò di venderla già nel 2024 al colosso Leonardo, ma senza successo, pare per la richiesta vicina al miliardo di euro, ritenuta eccessiva.
All’inizio di marzo 2025 l’ipotesi di un accordo tra Iveco e Leonardo è riapparsa e non è certo una coincidenza con le dichiarazioni di Bruxelles sulla spesa militare. Un primo passo venne però compiuto già il 7 febbraio dall’amministratore delegato d’Iveco, Olof Person, presentando il bilancio dell’anno precedente. Person annunciò la volontà di scorporare Iveco Defence Vehicles e Astra (specializzata in veicoli per cava e cantiere), costituendo una nuova società un’operazione che spesso viene attuata in vista di una cessione parziale o totale.
Questa sarebbe la seconda cessione da parte d’Iveco, dopo quella di Magirus, specializzata in veicoli antincendio. Porterebbe al costruttore di veicoli industriali un’importante liquidità, tenendo conto che il fatturato del 2024, pari a 15 miliardi di euro, è stato inferiore di 600 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Ma la divisione Defence ha visto un aumento dei ricavi del 15% e degli utili addirittura del 37%. Sono cifre che valorizzano Iveco Defence Vehicles, insieme alla commessa firmata con l’Esercito Italiano per fornire 1.453 autocarri entro il 2038. Per per conoscere in modo chiaro il valore di questa divisione bisogna aspettare lo scorporo. E poi vedere quale sarà la strategia di un’Iveco priva di queste attività remunerative.