Le sanzioni imposte alla Russia dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina sono ormai note. Nella primavera del 2022 è stato introdotto il divieto di esportazione di camion europei in Russia, motivo per cui tutti i "sette grandi" produttori di mezzi industriali si sono ritirati dal mercato russo. Le fabbriche locali sono state messe in vendita e i marchi europei sono stati immediatamente sostituiti da produttori cinesi. A distanza di due anni uno dei principali media russi del settore, 5koleso.ru, ha pubblicato un rapporto sull’evoluzione del settore dei trasporti in Russia, che sembra essersi rialzato dopo un iniziale periodo di instabilità.
Il rapporto conferma come tutte le principali Case europee abbiano ufficialmente cessato le loro attività sul territorio di Mosca, costringendo le imprese a scegliere veicoli di produzione cinese. Nonostante questo, esiste ancora un notevole gruppo di aziende che non vogliono acquistare mezzi cinesi, a causa della loro bassa qualità e dei problemi di manutenzione, ma che hanno comunque avuto accesso a trattori occidentali. Nel dicembre del 2023, Il Mercedes Actros è apparso nuovamente tra i primi dieci modelli più immatricolati in Russia, avendo registrato 340 nuove immatricolazioni.
Mercedes ha infatti iniziato in Cina la produzione di un Actros economico, ribattezzato Actros C, realizzato con componenti cinesi e rivenduto in Russia e Bielorussia. Questo Actros a basso costo, che in Russia è anche conosciuto come Actros C Exotic, presenta una configurazione a due assi contro le tre del camion originale, accessori minimi, paraurti non verniciati e tappi in plastica al posto dei fari fendinebbia. Questo modello costa circa 160mila euro, meno di un Mercedes originale e circa il 20% più di un trattore cinese, e permette alle aziende russe di acquistare un veicolo considerato occidentale, rinnovando così la propria flotta senza dover necessariamente scegliere l’incognita cinese. Questo espediente, tuttavia, mette in discussione l’intero sistema delle sanzioni e mina la credibilità dei produttori che si supponeva avessero lasciato il mercato russo.
Il rapporto di 5koleso si è inoltre soffermato sull’insolito fenomeno dei veicoli venduti dopo 10mila chilometri. Si tratta in realtà di camion nuovi acquistati nei Paesi dell'Unione Europea e poi importati in Russia attraverso canali non ufficiali e illegali, per essere poi rivenduti senza alcuna garanzia. L’intero processo si svolge su ruote attraverso l’Asia centrale, il che spiega la necessità di percorrere fino a 10mila chilometri prima di poter completare la vendita.
La maggior parte dei camion proverrebbe direttamente dalla Germania in quanto più facili da immatricolare in Russia rispetto agli esemplari provenienti da Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia, che presentano infatti problemi burocratici e verrebbero per questo evitati. L’importazione illegale di camion ha a sua volta innescato un altro fenomeno interessante, ovvero l’aumento vertiginoso del prezzo dei veicoli Euro V.
Nell’Unione Europea, infatti, i nuovi trattori rientrano nella normativa Euro VI, mentre in Russia le imprese continuano a preferire la vecchia generazione Euro V, i cui ricambi sono più economici e facilmente reperibili. Per questo, gli ultimi veicoli prebellici distribuiti ufficialmente raggiungono oggi prezzi astronomicamente alti sul mercato secondario, dai 14 ai 16 milioni di rubli per un trattore a due assi (cioè dai 140mila ai 160mila euro).
In altre parole, in Russia un trattore vecchio di due anni e spesso con un elevato chilometraggio costa più di un veicolo cinese e quasi quanto un trattore europeo nuovo. Le imprese, tuttavia, preferiscono questa soluzione piuttosto che ricorrere a camion importati illegalmente o a veicoli considerati inaffidabili, portando alle stelle il valore di motrici considerate obsolete in altre parti del mondo.
Ed arriva proprio dalla Cina l’ultima novità del mercato russo. I veicoli industriali del marchio Beiben vengono ora assemblati direttamente in Russia, dopo che i componenti vengono inviati via ferrovia dalla città di Baotou, sede del marchio, a Ekaterimburg. La prima spedizione è stata di 50 container e il gruppo Beiben Trucks Group ha affermato che l'apertura del treno China-European Railway Express non solo ridurrà notevolmente i costi di trasporto ed il tempo di transito, ma permetterà all’azienda di gettare solide basi per la sua ulteriore espansione all’estero.
Risulta quindi evidente che il settore del trasporto russo abbia trovato nella Cina un valido supporto per superare i blocchi imposti dall’UE. Allo stesso tempo i produttori di trattori e rimorchi europei, usciti dal mercato russo, si stanno preparando a ridurre la propria produzione lasciando campo libero ai marchi cinesi e sollevando ulteriori dubbi sulle reali conseguenze delle sanzioni sull'economia russa.
Marco Martinelli