I 90 anni del Gruppo toscano appena festeggiati, a Castiglion Fiorentino, alle porte di Arezzo, insieme a un allargamento degli spazi, hanno permesso di fare due battute con Andrea Menci, export manager e responsabile marketing del Gruppo toscano. Stiamo parlando del primo Gruppo nazionale come immatricolazioni di semirimorchi, con un peso da oltre duemila rimorchi l'anno, unendo anche il marchio Zorzi, rilevata nel 2013.
Il primo allestitore nella classifica delle vendite di rimorchi in Italia è un tedesco ed è quasi alle stesse cifre. Quindi è una bella soddisfazione? "Senza dubbio. Il 2017 si sta rilevando un'annata meravigliosa, come anche quella appena trascorsa, che ci ha visto mettere nel paniere 1750 trailer Menci e oltre 500 come Zorzi. Stimiamo la nostra crescita di almeno un 10 percento in più quest'anno. Lo scorso anno abbiamo raggiunto un fatturato di 57 milioni di euro".
Quali sono le innovazioni del nuovo stabilimento? "Abbiamo messo mano agli uffici, rendendoli più moderni e luminosi, e abbiamo rifatto tutto il tetto dello stabilimento (100mila metri quadrati, di cui 60mila coperti) con un impegno di 2 milioni di euro, ma soprattutto abbiamo ampliato la parte produttiva di 6500 metri quadrati, dove metteremo in opera nuovi robot di saldatura automatica e un nuovo forno".
L'acquisizione della Zorzi che cosa vi ha portato? "Da subito un ampliamento di gamma ma anche un allargamento della rete commerciale. Abbiamo sfruttato e consolidato altre zone in cui non eravamo ben presenti. Oltre a aumentare i numeri di vendita la joint ci ha permesso di investire in nuovi macchinari".
Con quali risorse operate? "Contiamo 240 dipendenti tra le due aziende, in Val di Chiana e a Treviso, e siamo veramente come una grande famiglia. Ogni giorno, i nostri collaboratori producono sei telai stradali, tre casse ribaltabili, tre piani mobili e tre cisterne trasporto mangimi. Più i portacontainer Zorzi estensibili e sollevabili in Veneto. Una nicchia che sta crescendo".
Come state lavorando all'estero? "Abbiamo fondato la Menci Maroc e la Menci do Brasil. Due piccole, al momento, realtà che però stanno già dando i loro frutti. Soprattutto quella in Nord Africa, dove in una officina di montaggio spediamo in kit i nostri telai e mezzi".
E per quanto riguarda il mercato europeo? "L'Europa è un mercato molto settoriale e segmentato fra diversi concorrenti, con i costruttori tedeschi a fare la parte del leone in alcuni mercati, ma noi allestitori da duemila pezzi possiamo raggiungere altre zone più vicine e con minori costi di spedizione. Ci concentriamo poi sulle nicchie mercato. Il trasporto mangimi animali è uno di quelli in cui siamo leader. Abbiamo più del 70 percento del mercato, e vi sono tre concorrenti a spartirsi 30 percento restante. È un ambito in cui abbiamo molte potenzialità e in cui investiamo molto".
Quest'anno è prevista qualche novità di prodotto? "Fra settembre e ottobre faremo uscire una cisterna prototipo e poi un secondo mezzo che ci aiuterà nello sviluppo su mercati esteri lontani. La cisterna, vi svelo, in anteprima avrà fra le nuove peculiarità un sistema di geolocalizzazione. Oltre a questo stiamo testando altre tecnologie. Alla Iaa abbiamo presentato un ribaltabile in materiale composito. Ha un costo ancora alto, ma è stato un test per vederne le proprietà tecniche e lo stiamo ancora monitorando. Diciamo che i due prototipi che presenteremo in autunno sono degli sviluppi di idee per il futuro, per risolvere alcune necessità future dei nostri clienti. È un guardare avanti. Come ha sempre fatto la mia famiglia dal fondatore Geremia in poi nel 1927. Ora ci aspetta il secolo di vita fra dieci anni, e saremo qui a festeggiare le tre cifre".
Massimiliano Barberis
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