Come riportato dal portale russo Autostat, nell'ultimo anno le vendite di veicoli industriali in Russia sono aumentate del 70.8% rispetto al 2022, raggiungendo un totale di 143.963 nuove immatricolazioni. Gli esperti sottolineano che il boom delle vendite di autocarri deriva da diversi fattori e nasce soprattutto a seguito delle sanzioni occidentali imposte alla Russia a causa del conflitto in Ucraina.
Dopo che molti produttori hanno abbandonato il mercato del Paese, in particolar modo i principali sette marchi - ossia Volvo Trucks, Mercedes, Scania, Man, Daf, Iveco, Renault Trucks - molti importatori russi non sono stati in grado di trovare rapidamente dei sostituti o hanno deciso di rinviare l’acquisto di nuovi camion, motivo per cui le immatricolazioni del 2022 sono state più basse della media. Lo scorso anno, invece, la maggior parte delle aziende di trasporto e delle imprese di costruzione hanno coperto attivamente il deficit della flotta, favoriti anche dalla rapida crescita degli scambi commerciali tra Russia e Cina e a ingenti investimenti infrastrutturali.
Il marchio nazionale Kamaz, storicamente il più venduto della Federazione Russa, detiene ancora la guida del settore grazie a un totale di 31.010 unità vendute, pari al 21% del mercato (i dati non includono i veicoli militari, che vengono conteggiati in un database dedicato attualmente coperto da segreto istituzionale). Nonostante il risultato sembri positivo, questo marchio è l'unico tra i primi dieci ad aver registrato un calo rispetto all'anno precedente, in cui deteneva il primato di vendite per ben due dei suoi modelli. Nel 2023, invece, il trattore più venduto è il CH7 appartenente al marchio Sitrak, nato da una joint-venture tra Man e Sinotruck, con sede a Hong Kong.
Sitrak occupa anche il secondo posto nella classifica totale delle vendite sfondando quota 26mila immatricolazioni, seguito dai gruppi Shacman e Faw (anch'essi cinesi). Fonti russe confermano che la fornitura di trattori dall'oriente avviene regolarmente e senza ostacoli a prezzi fino a tre volte inferiori rispetto ai più blasonati marchi comunitari. I clienti, inoltre, scelgono veicoli cinesi in quanto copie fedeli dei mezzi europei, estremamente facili da guidare. I camion marchiati Kamaz invece, oltre a essere più costosi, richiedono anche un approccio di guida speciale e una formazione dedicata.
Secondo il Moscow Times, tuttavia, nel corso del 2023 i prezzi dei veicoli importati dalla Cina sono aumentati del 75% a causa della svalutazione del rublo e del rialzo dei canoni di leasing imposto dalle banche. Come riferito dal quotidiano, il costo di un veicoli industriale cinese sarebbe infatti passato dai 6 milioni di rubli di gennaio (pari a circa 62mila euro) ai 10 milioni di dicembre (più di 103mila euro), ma le immatricolazioni non sono diminuite dato che le aziende sono state costrette a rinnovare le proprie flotte ormai obsolete e i soli produttori russi non sono stati in grado di soddisfare le richieste del mercato.
L'aumento del costo di acquisto, tuttavia, sembra non essere l'unico problema dei trattori di Pechino. Alcune fonti della Federazione riferiscono che il gancio di traino sia troppo alto e non soddisfi gli standard dimensionali del Paese, motivo per cui le imprese sono costrette ad apportare modifiche prima della messa in strada. I pezzi di ricambio, inoltre, non sono così facili da reperire e non tutte le officine sono in grado di effettuare diagnosi elettroniche ai trattori importati da Pechino.
La situazione è aggravata dalla frequenza della manutenzione richiesta dai trattori cinesi, che prevede un intervento ogni 50mila chilometri, contro gli 80-120mila dei concorrenti europei. Il portale russo 5koleso, a questo proposito, ha recentemente pubblicato i risultati di uno studio effettuato su mezzi cinesi dopo 150mila chilometri dall'immatricolazione, mettendone in risalto i limiti strutturali e qualitativi.
Oltre alla maggiore usura dei materiali di consumo e una grande quantità di ruggine comparsa solamente dopo un anno, il portale ha notato una errata geometria delle ruote in molti dei veicoli testati, che ha causato un consumo anomalo ed eccessivo degli pneumatici e che ha richiesto interventi extra-ordinati in officina. Livelli dei liquidi errati o problemi agli iniettori sono sono alcuni dei guasti rilevati, tuttavia 5koleso ha anche riferito di essere sorpreso dalla capacità di reazione dei produttori cinesi, molto rapidi ad apprendere e aggiornare i loro prodotti.
È dunque lecito aspettarsi in breve tempo grandi miglioramenti, che ridurranno progressivamente, se non addirittura eliminare, il gap qualitativo rispetto ai marchi europei. A confermare questa tendenza, ad esempio, è il nuovissimo trattore Sitrak C9H, arrivato in esclusiva sul mercato ucraino. Equipaggiato con un motore diesel da 16.6 Litri, eroga una potenza di 800 CV e coppia massima di 3750 Nm, che lo rendono l'autocarro più potente del mondo.
Marco Martinelli