Il 4 maggio è avvenuto lo sblocco della produzione automotive in tutta Europa, dopo la progressiva chiusura della maggior parte degli impianti a causa della pandemia di Covid-19. Lo mostra il censimento svolto dall’associazione dei costruttori Acea il 6 maggio, che conta 298 fabbriche operative in Europa, di cui 196 nei Paesi dell’Unione. Questo numero comprende gli impianti d’assemblaggio di autovetture (142 fabbriche), furgoni (38 fabbriche), camion (58 fabbriche) e autobus (58 fabbriche), più quelli dei motori (71 fabbriche). L’Acea ha pubblicato anche una mappa interattiva degli impianti produttivi aperti.
“Questi dati mostrano l’entità dell'impronta produttiva del nostro settore, che si estende in tutto il continente europeo", spiega Eric-Mark Huitema, direttore generale di Acea. "Un rilancio di successo del post-coronavirus dell'industria automobilistica sarà chiaramente vitale per la più ampia ripresa economica dell'Europa". L’associazione valuta che mediamente le fabbriche sono state chiuse per 29 giorni lavorativi, perdendo una produzione complessiva di 2,3 milioni di veicoli. L’attuale riapertura sta comunque avvenendo sotto la loro capacità produttiva.
"Se vogliamo tornare di nuovo alla produzione su larga scala, i produttori di autoveicoli e i loro fornitori devono far funzionare i loro impianti in modo rapido e sincronizzato”, precisa Eric-Mark Huitema. “Per questo motivo chiediamo all'UE di sostenere un riavvio coordinato delle attività e degli investimenti lungo la catena di fornitura. Dovranno essere adottate anche misure per stimolare la domanda, dato che le vendite sono crollate ai minimi storici in molti mercati chiave".