'ecofrode ammessa dal costruttore tedesco per alcuni modelli di autovetture venduti negli Stati Uniti sta minando non solo credibilità dell'azienda tedesca, ma anche quella delle certificazioni ambientali dei motori diesel in tutto il mondo. Infatti, il meccanismo attuato da Volkswagen negli Stati Uniti potrebbe essere replicato in qualsiasi motore a gestione elettronica. In pratica, la centralina elettronica era programmata per individuare quando il motore era usato nei test relativi alle emissioni, adattando così il suo funzionamento per ridurre l'emissione di ossidi d'azoto a livello molto più bassi rispetto a quelli dell'utilizzo su strada.
L'ente statunitense Epa, che ha denunciato la frode sulla base della ricerca attuata dalla West Virginia University, potrebbe ora avviare indagini anche su altri veicoli a gasolio venduti negli Stati Uniti, utilizzando il metodo che ha scoperto l'ecofrode tedesca. Intanto, il Dipartimento di Giustizia ha aperto anche un'indagine penale, che potrebbe portare alla sbarra alcuni dirigenti di Volkswagen. Ma la questione si sta allargando rapidamente anche fuori dagli Stati Uniti. L'ente australiano che svolge i controlli ambientali ha chiesto a Volkswagen se ha usato il trucco anche in Australia, mentre il ministero dei Trasporti della Corea del Sud ha convocato i rappresentanti del costruttore tedesco e ha annunciato nuove verifiche.
Sulla questione potrebbe presto muoversi anche l'Unione Europea: oggi, il ministro francese delle Finanze, Bernard Sapin, ha chiesto un'indagine europea non solo su Volkswagen, ma anche sugli altri costruttori automobilistici, mentre l'agenzia Bloomberg sostiene che un'indagine potrebbe aprirsi nella stessa Germania. Intanto, anche oggi il titolo della Volkswagen continua a franare e in tarda mattinata è calato del 10%, dopo il 19% di ieri.
Oltre a causare ingenti danni al costruttore tedesco (che potrebbe ricevere in Usa una multa fino a 18 miliardi di dollari, più eventuali azioni di risarcimento e i costi per ritirare quasi mezzo milione di autovetture), il dieselgate apre preoccupanti interrogativi sull'intero processo di omologazione dei motori, soprattutto i diesel. Infatti, la progettazione di motori a gasolio che rispettano le norme ambientali più recenti deve affrontare un grande problema: se si riduce il particolato, aumentano gli ossidi d'azoto e viceversa. I costruttori hanno risposto al dilemma usando diverse tecnologie. Ma siccome tutti i motori sono gestiti da microprocessori, il metodo Volkswagen potrebbe essere replicato anche da altre marche, su propulsori leggeri e pesanti. Nei prossimi mesi vedremo se questo dieselgate di Volkswagen è un caso isolato, oppure la punta di un iceberg.
E proposito di Volkswagen, ecco una notizia che appare paradossale: proprio oggi il costruttore tedesco annuncia un'alleanza con Bayer, Basf e Allianz per attivare un centro di competenza sulla sicurezza informatica, per contrastare le azioni degli hacker. All'iniziativa partecipano anche il ministero degli Interni tedesco e l'Agenzia federale per la sicurezza informatica. Ma prima di proteggersi dall'esterno, il costruttore automobilistico dovrebbe guardare bene in casa propria.
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata
Segnalazioni, informazioni, comunicati, nonché rettifiche o precisazioni sugli articoli pubblicati vanno inviate a: redazione@trasportoeuropa.it
Puoi commentare questo articolo nella pagina Facebook di TrasportoEuropa
Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sul trasporto e la logistica e non perderti neanche una notizia di TrasportoEuropa? Iscriviti alla nostra Newsletter con l'elenco ed i link di tutti gli articoli pubblicati nei giorni precedenti l'invio. Gratuita e NO SPAM!