Ad aprile 2024 le immatricolazioni italiane di veicoli industriali con massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate mostrano un aumento a doppia cifra rispetto al mese precedente, dopo un marzo in rosso. Unrae comunica che la Motorizzazione ha immatricolato 2.340 unità. Ma l’andamento varia secondo la categoria di peso. Le migliori prestazioni vengono dalla fascia più leggera, quella sopra le 16 tonnellate, che ad aprile è cresciuta di ben il 22,8%. Il segmento intermedio (da 3,51 a 6 tonnellate) mostra una crescita leggera (2%), mentre la gamma intermedia (da 6,1 a 16 tonnellate) resta in rosso (-2,8%). Considerando il primo quadrimestre, l’intero settore ha immatricolato 10.168 unità, con un aumento dell’8,5% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Paolo Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae ammonisce però che “il buon risultato di aprile non deve trarre in inganno poiché, in un contesto in cui la domanda rimane contenuta e i tempi di consegna si sono normalizzati, i volumi di immatricolato sono prevalentemente frutto dell’attività di smaltimento dello stock dei veicoli presso le reti di distribuzione. Pertanto, i volumi espressi non sono da prendere come riferimento del reale stato di salute del mercato”.
Restano quindi le preoccupazioni per il resto dell’anno: “Esaurita questa fase, se mancheranno i necessari sostegni al settore, il rischio già paventato è che assisteremo a una flessione dei volumi di mercato con un grave rallentamento degli ordini e dei livelli di vendita. Ad oggi, infatti, non ritroviamo interventi adeguati a stimolare il comparto se non nelle promesse di una campagna elettorale che impegna già da tempo le forze politiche e che ritarda ulteriormente l’adozione delle misure più volte auspicate”
Unrae ribadisce quindi la necessità d’interventi strutturali “coerenti e consistenti per favorire la transizione ecologica risultano ancor più urgenti alla luce degli ultimi pronunciamenti del Parlamento europeo, che vedono innalzare gli obiettivi di decarbonizzazione per i veicoli pesanti già dal 2030, costringendo i costruttori a immettere una rilevante quota di veicoli a zero emissioni sul mercato per scongiurare gravi sanzioni in capo alle Case con conseguenze negative sulla capacità di investire in nuove tecnologie e di innovare”.