Il 13 marzo 2025 il presidente Trump rilancia sui dazi sulle importazioni dall’Unione Europea agli Stati Uniti, minacciando di aumentare quelli sul vino e su altre bevande alcoliche del 200%. Lo riferisce Bloomberg riportanto citazioni del presidente sui social, dove afferma che che questo provvedimento sarebbe una ritorsione contro la prevista imposizione di dazi da parte dell'UE sui whisky statunitensi, decisa in risposta alle tariffe su acciaio e alluminio introdotte da Washington. L'annuncio ha avuto ripercussioni immediate sui mercati finanziari. I titoli di alcuni dei principali produttori europei di bevande alcoliche hanno registrato cali significativi. Il gruppo Lvmh, proprietario di marchi come Moët & Chandon e Veuve Clicquot, ha perso fino al 2,2% in Borsa, mentre il produttore di cognac Remy Cointreau SA ha subito una flessione del 4,5%. Anche Pernod Ricard, gigante del settore degli alcolici, ha registrato un calo del 3,6%.
Le importazioni americane di vino nel 2024 hanno registrato un incremento dello 0,1% in volume e dell'1,6% in valore, per un valore complessivo di 6,5 miliardi di euro, con un prezzo medio di 5,54 dollari al litro. L'Italia sarebbe tra i Paesi più colpiti da questi dazi, essendo uno tra i principali esportatori negli Stati Uniti: i dati del 2024 mostrano che l'export vinicolo italiano verso gli Usa ha raggiunto 1,93 miliardi di euro, con un notevole incremento del 10,2% rispetto all'anno precedente. Gli Stati Uniti sono il principale mercato estero per il vino italiano, rappresentando il 29% delle vendite globali del settore.