La sanzione di quasi tre miliardi di euro comminata dalla Commissione Europea nei confronti dia alcuni costruttori di veicoli industriali accusati di essersi accordati sul prezzo, ha attivato una serie di cause collettive per ottenere risarcimenti da parte degli acquirenti dei camion. Tali azioni sono nella maggior parte dei casi attuate da Studi legali o società di recupero crediti, che raccolgono le imprese che hanno diritto del risarcimento, contando anche sul fatto che la normativa comunitaria ritene una prova le decisioni dell’Antitrust.
Dopo una fase di raccolta delle adesioni e l’avvio delle prime cause civili, ora stanno arrivando le prime sentenze, che però non sono tutte a favore dei querelanti. La più recente viene dalla Germania e più precisamente dalla Camera Civile del Tribunale Regionale di Stoccarda su una causa intentata dalla società di recupero crediti Themis Schaden contro Mercedes Benz. Questa è solo una delle trecento cause di questo tipo presentate al Tribunale di Stoccarda, città dove ha sede Mercedes-Benz. Themis Schaden – fondata nel 2016 dall’associazione dei trasportatori Elvis - rappresenta circa 350 imprese che hanno acquistato veicoli della Stella, chiedendo un risarcimento di 96 milioni euro.
Nella sentenza del 28 aprile 2022, il giudice ha respinto la richiesta sostenendo che Themis Schaden non è legittimata a intentare una simile causa, perché “nella presente controversia, non fornisce alcuna attività di recupero crediti ai sensi del Rdg (Legge sui servizi legali extragiudiziali, ndr), ma una consulenza legale completa”, come si legge in una nota diffusa dal Tribunale. In sintesi, le società che si sono affidate a Themis Schaden non l’avrebbero formalmente delegata a intentare la causa, ma avrebbero fornito informazioni usate per avviare il procedimento, evento che comunque esula dall’attività di recupero crediti. “Le questioni relative ai danni da cartello supererebbero fondamentalmente il livello di difficoltà legale tipico dei servizi di recupero crediti”, precisa il giudice.
Inoltre, il comunicato ritiene che i partecipanti alla causa collettiva hanno situazioni diverse, quindi nella rappresentanza di Themis Schaden può emergere un conflitto d’interessi: “A causa del fatto che l'attore, che è sostanzialmente privo di attività, è dipendente dal finanziamento del contenzioso, esiste il rischio concreto che criteri di decisione irrilevanti influenzino il modo in cui viene fatta valere ogni singola pretesa, il che potrebbe essere contrario agli interessi del singole aziende”.