Al termine di un’inchiesta sulla corruzione alla Motorizzazione Civile, il giudice delle indagini preliminari di Palermo ha convalidato gli arresti domiciliari per ventuno persone coinvolte un un vorticoso giro di tangenti. Sono funzionari e dipendenti della Motorizzazione e titolari di agenzie di pratiche automobilistiche. Questa è le sesta indagine penale svolta dalla Procura palermitana che coinvolge la Motorizzazione dal 1996. Al centro dell’indagine c’è un funzionario accusato di corruzione, abuso e violazione del sistema informatico, che già nel 2013 aveva patteggiato la pena di un anno e tre mesi per accesso abusivo nel sistema informatico.
Dopo il patteggiamento del 2013 questo funzionario venne trasferito all'assessorato regionale ai Trasporti, però poi tornò alla Motorizzazione. Durante una perquisizione nella sua casa, la Polizia ha trovato 590mila euro in contanti. Gli arresti domiciliari hanno colpito altri sette dipendenti della Motorizzazione e tredici titolari di agenzie, cui gli inquirenti hanno contestato, a vario titolo, i reati di corruzione, accesso abusivo al sistema informatico o telematico e falsità ideologica.
L'inchiesta è partita nel 2020 per un caso di riciclaggio di autoveicoli e poi ha scoperto numerose irregolarità nella immatricolazione di veicoli provenienti dall’estero. Queste pratiche di nazionalizzazione sono passate dalle 7.740 del 2016 alle 20.465 del 2019. Inoltre, quasi tutte le pratiche erano gestite da poche agenzie palermitane per persone residenti fuori dalla provincia. Proseguendo l’inchiesta, gli agenti hanno scoperto altri atti irregolari che interessano il collaudo di veicoli, i duplicati di carte di circolazione e immatricolazione di macchine agricole. In particolare, venivano approvati collaudi mai avvenuti e modificate le carte di circolazione di veicoli modificati in modo irregolare.