Dopo le ammissioni di ieri, anche oggi Volkswagen prende una posizione ufficiale sul dieselgate che sta investendo la società. Il primo punto che tiene a precisare è che "i veicoli nuovi con motori Euro 6 venduti nell'Unione Europea rispondono ai requisiti legali e alle norme ambientali. Il software in questione non influenza l'operatività, i consumi o le emissioni. Ciò fornisce chiarezza ai clienti e venditori". Il costruttore precisa che sta svolgendo indagini interne per verificare se sono coinvolti altri propulsori.
Poi viene la notizia meno buona per il Gruppo tedesco, perché ammette che la frode (che chiama "discrepanza") riguarda i motori tipi EA 189, che sarebbero ben undici milioni in tutto il mondo. "Una significativa deviazione tra le prove al banco e l'utilizzo su strada è stato rilevato solo in questo tipo di motore. Volkswagen sta lavorando intensamente per eliminare queste deviazioni tramite interventi tecnici". La società annuncia anche che metterà da parte 6,5 miliardi di euro dal bilancio del terzo trimestre 2015 per affrontare le conseguenze del dieselgate.
Sulla questione si muove anche il ministero dei Trasporti italiano, che oggi annuncia l'avvio di un'indagine in collaborazione con Volkswagen e l'ente di omologazione tedesco Kraftfahrt-Bundesamt (che certifica i veicoli tedeschi). In una nota, il ministero spiega che intende "conoscere se il medesimo illecito, avvenuto negli Usa dove vigono però regole differenti per la omologazione, risulti essere praticato su omologazioni della stessa autorità tedesca per l'Europa e se i veicoli sono stati commercializzati in Italia".
L'associazione di consumatori Altroconsumo ha scritto al ministro dei Trasporti, chiedendo un intervento immediato. L'associazione ricorda anche che "nel settembre 2014 Altroconsumo e le altre organizzazioni di consumatori indipendenti in Europa, insieme al Beuc, hanno denunciato a gran voce la prassi delle Case automobilistiche, in testa proprio Volkswagen, diffidandole presso le sedi competenti: le informazioni al pubblico sui consumi sono fuorvianti, risultato di una procedura di omologazione lacunosa".
Altroconsumo annuncia anche che 2 ottobre si svolgerà l'udienza al Tribunale di Venezia per valutare l'ammissibilità della class action promossa dall'associazione contro Volkswagen, proprio su questo tema. "La denuncia un anno fa era ed è ancora circostanziata, analizzando auto vendute sul mercato europeo. Altroconsumo ha messo alla prova in laboratorio specializzato una Golf Volkswagen 1.6 TDI BM, 77KW, confrontando i risultati relativi ai consumi di carburante con i dati dichiarati dalla casa automobilistica tedesca. I consumi e le emissioni di CO₂ sono risultati più alti del 50%, producendo così false aspettative nei consumatori, una vera e propria pratica commerciale scorretta", scrive l'associazione nella nota.
"Le nuove sconcertanti rilevazioni provenienti dagli Stati Uniti confermano come sia giunta ormai l'ora di adottare finalmente in tutta Europa il nuovo ciclo di omologazione delle auto per misurare in modo più efficace emissioni e consumi", dichiara Marco Pierani, responsabile relazioni esterne per Altroconsumo. "Nel frattempo le Autorità amministrative e giudiziarie in Italia e in Europa dovrebbero farsi parte attiva - così come accade negli Stati Uniti - per tutelare in massima parte i diritti degli utenti rispetto ad inganni e distorsioni del mercato".
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