La lettera inviata il 6 dicembre 2017 (ma resa pubblica il 12 dicembre) al ministro del Lavoro è un caso raro di documento che porta la firma delle principali associazioni dell'autotrasporto e dei sindacati confederali (a parte gli accordi sindacali, ovviamente). In modo unitario e con un unico testo, Anita, Unatras, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti chiedono chiaramente al ministro Poletti di riconoscere anche per il trasporto stradale delle merci lo stato di lavoro usurante, come avviene da tempo nel trasporto delle persone. E ciò deve avvenire sia per i lavoratori dipendenti, sia per quelli autonomi artigiani.
I firmatari del documento riconoscono che un primo passo in tal senso è avvenuto con l'inclusione degli autisti di veicoli industriali tra le categorie che beneficiano dell'Ape Social, da cui però sono esclusi gli artigiani autonomi che guidano personalmente il camion. Ma ora bisogna compiere il passo successivo, ossia includere tutti gli autisti adibiti al trasporto merci nella categoria dei lavori usuranti. "Escluderli non solo genera diseguaglianze di carattere sociale, ma rischia anche di rappresentare un rischio per la sicurezza stradale, tenuto conto dell'impegno richiesto a tali soggetti, che implica orari diurni e notturni, specifiche abilità e attenzione continuativa", spiega il documento.
Il riconoscimento di lavoro usurante permette di accedere a un accesso anticipato al pensionamento, fermo restando il requisito di anzianità contributiva non inferiore a 35 anni. Oggi vi accedono già i conducenti di veicoli con capienza complessiva non inferiore a nove posti adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo di persone.
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