Con 456 voti favorevoli, 147 contrari e 49 astenuti, il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva che riforma le norme sui lavoratori distaccati, che dovrebbero assicurare maggiori tutele ai lavoratori di un Paese che operano temporaneamente in un altro Paese membro dell'Unione. Però, le nuove norme non riguardano l'autotrasporto internazionale delle merci, perché l'Europarlamento ha deciso che gli autisti saranno soggetti a regole specifiche che rientrano nel Pacchetto Mobilità (che proprio in questi giorni si discute in Commissione Trasporti e che lo voterà in prima lettura il 4 giugno). Fino all'entrata in vigore del Pacchetto Mobilità, per l'autotrasporto resteranno in vigore le norme dell'attuale Direttiva del 1996.
Per gli altri lavoratori, le nuove regole sul distacco transnazionale stabiliscono che per i lavoratori distaccati si applicheranno le norme del Paese ospitante in materia di retribuzione. Gli Stati membri dovranno, inoltre, applicare anche i contratti collettivi regionali o settoriali, se di ampia portata e rappresentativi, finora applicati solo nel settore delle costruzioni. La durata del distacco è stata fissata a dodici mesi, con una possibile proroga di sei mesi. Trascorso tale termine, il lavoratore può restare o lavorare nel Paese ospitante, ma dovrà a quel punto essere soggetto all'intera normativa sul lavoro vigente in quello Stato. In caso di distacco fraudolento, ad esempio operato da una società di comodo, gli Stati membri dovrebbero cooperare per garantire che i lavoratori distaccati siano protetti perlomeno dalle tutele contenute nella direttiva. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire le norme nei propri ordinamenti nazionali.
Ricordiamo che un lavoratore distaccato è un dipendente che viene inviato dal suo datore di lavoro a prestare temporaneamente servizio in un altro Stato membro dell'UE. Nel 2016 i lavoratori distaccati nell'UE erano 2,3 milioni. Il fenomeno distacco è aumentato del 69% tra il 2010 e il 2016. In Italia sono 114.515 i lavoratori distaccati inviati, di cui il 18,7% in Francia, il 10,2% in Germania e il 36,6% al di fuori dell'UE, in Svizzera. Sono invece 61.321 i lavoratori distaccati ricevuti, più della metà provenienti da Germania (18,8%), Francia (18,3%) e Spagna (14%).
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