Il Decreto che modifica i tempi di guida e di riposo degli autisti dei veicoli industriali per l’emergenza della Covid-19 è fermo da giorni sul tavolo della ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, che si trova al centro di un braccio di ferro tra le associazioni degli autotrasportatori e i sindacati degli autisti. Le prime chiedono con insistenza, tra i provvedimenti da prendere per affrontare l’attuale crisi, anche la deroga ai tempi di guida (concessa proprio per le emergenze dal Regolamento europeo), mentre Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti si oppongono, sostenendo che questa misura non è necessaria.
Il 3 aprile i tre sindacati hanno ribadito la loro posizione con una nota congiunta dove si dichiarano “irritati e contrariati” per la richiesta delle associazioni dell’autotrasporto di aumentare i tempi di guida. Le sigle affermano che già quando l’Italia ha recepito il Regolamento europeo ha attuato una deroga all’orario di lavoro, “aumentando la flessibilità della prestazione lavorativa ad un impegno complessivo di 61 ore settimanali con una media di 58”.
Il testo aggiunge che “nella situazione cui versa il Paese e dove la logistica e i trasporti, con i suoi lavoratori, sono diventati fondamentali gli autisti degli automezzi vanno tutelati e messi in condizione di lavorare in sicurezza. Invece viene chiesto loro di continuare l’attività in prima linea, ma in condizioni di maggiore stress psicofisico”. I sindacati sono certi che “da parte ministeriale non verranno prese in considerazione tali richieste provocatorie e ci riserviamo, qualora ciò non avvenisse, di agire, anche con azioni di protesta nazionali ed europee a tutela della lavoratrici e lavoratori del settore”.