La Legge del 14 dicembre 2018 permette anche in Italia l'uso dei carrelli elevatori autoportanti, che fino a quella data non potevano viaggiare nella parte posteriore dei veicoli industriali solo per questioni normative, mentre in altri parti d'Europa sono permessi da anni. "A distanza di un anno dall'introduzione del provvedimento il mercato italiano sta recependo i vantaggi del nostro sistema e le vendite quest'anno sono salite a quasi venti unità", spiega Giuseppe Trabattoni, service manager della Hiab. L'azienda produce il carrello elevatore autoportante Moffett, che quest'anno ha esposto a Rimini in occasione dell'Ecomondo. La normativa italiana impone che i veicoli che caricano questi carrelli devono avere una barra para-incastro estensibile posteriore, "di cui non esiste un modello omologato dalla Casa madre, ma che ogni allestitore può realizzare in proprio", precisa Trabattoni.
Il carrello elevatore autoportante rende l'autista del camion indipendente e facilita le operazioni di carico e scarico. Gli ambiti dell'uso dei carrelli elevatori Moffett sono molto vari, dalla consegna di concimi, fertilizzanti, legna, pollame al trasporto industriale di pallet e gabbie per automotive. Il carrello non riduce lo spazio al carico ed è operativo in circa un minuto. Il listino del Moffett mostra 34 modelli con capacità di sollevamento fino a 3,5 tonnellate: Alcuni sono mossi anche da batterie in versione totalmente elettrica, con portata da 1500 a 2000 chili. Hiab offre varianti con cabina chiusa e con lo spostamento multidirezione per aree strette o consegne di carichi lunghi, oppure con montante fisso o mobile: il primo adotta forche retrattili o portaforche a pantografo, il secondo sfrutta lo spostamento longitudinale del montante stesso. Non mancano rotatori per settori specializzati come quello dei rifiuti e del riciclaggio del materiale.
Massimiliano Barberis
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