Dopo i droni e i veicoli senza conducente è la volta delle navi commerciali. L'industria dei trasporti nautici si adatta all'innovazione tecnologica e lavora a cargo in grado di solcare i mari con un minimo equipaggio o in totale autonomia. Protagonista di questa possibile rivoluzione nel mondo dello shipping è Rolls-Royce Group, la società – ormai separata dal comparto automobili – con sede a Londra e operante nel settore aeronautico (civile e militare), navale ed energetico.
La Casa britannica ha annunciato di aver ricevuto finanziamenti (sotto forma di assegno di ricerca) da parte di Tekes, l'agenzia finlandese di finanziamento per l'innovazione. I fondi ottenuti consentiranno un maggiore investimento nel centro di ricerca e sviluppo che Rolls-Royce ha intenzione di aprire – entro la fine del 2017 – presso la città finlandese di Turku. Il centro di ricerca nel sud della Finlandia è parte di un progetto che impegna l'azienda inglese dall'inizio dell'estate 2016. Le conoscenze tecniche e ingegneristiche sviluppate in vari settori hanno consentito a Rolls-Royce d'iniziare gli studi per digitalizzazione della navigazione commerciale, con l'obiettivo dichiarato di varare una nave comandata a distanza entro i prossimi dieci anni.
L'idea è di far navigare i giganti del mare attraverso computer e sensori, sotto l'attento controllo di stazioni a terra, vere e proprie sale comando simili a plance di navicelle spaziali. Tuttora, buona parte della navigazione moderna è affidata ai computer e l'intervento umano è minimo, ma i tecnici inglesi vogliono rendere le navi completamente autonome, in grado di spostarsi da un porto all'altro senza l'ausilio di un capitano e del suo equipaggio.
Fondamentale nel processo di automazione sarà l'installazione di una adeguata rete di comunicazione, che consentirà di seguire la rotta e la velocità del natante e permetterà di intervenire da remoto – agendo su timone e motori – in caso di problemi. Secondo gli ingegneri, questa infrastruttura si baserà su una rete di satelliti, basi terrestri e sensori presenti in tutti i mari, che s'interfacceranno con gli omologhi posizionati a bordo delle navi, come sta avvenendo sulla Stella, una nave traghetto di 65 metri e due ponti, utilizzata per test tecnologici sulla rotta Korpo-Houtskar (Finlandia).
L'automazione del trasporto navale porterebbe benefici economici agli armatori: infatti, gli spazi per il personale e i dispositivi di sicurezza non sarebbero più necessari, il tutto a vantaggio della capacità di carico, della riduzione dei consumi e della semplificazione strutturale dei vascelli.
Davide Debernardi
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